Personalmente ho cercato sempre di commentare con obiettività il suo operato ma penso che l’addio fosse inevitabile anche alla luce della situazione ambientale creatasi. Non che il giudizio dei tifosi sia un fattore fondamentale (la maggior parte pensa al calcio come ad un videogioco), ma bisogna tener conto inevitabilmente anche dell’umore della piazza, soprattutto per un club quotato in Borsa.
Quando è arrivato alla Juve tra gli sputi di alcuni pseudotifosi dichiarò di voler “migliorare tecnicamente” la squadra, obiettivo in parte riuscito, anche se nelle ultime due stagioni si sono anteposti i risultati all’estetica. Sono arrivati titoli, ma non il gioco (almeno nel 2019) con il flop in Champions. Le vittorie sono state tante, troppe, ma sono passate in secondo piano.
Lecito discuterlo, lecito criticarne le scelte, ma altra cosa è insultare. Ho trovato vergognoso l’atteggiamento di gran parte della tifoseria, nei confronti di un allenatore che avrebbe meritato (non dico ringraziamenti, per carità... sai che scandalo...) quantomeno rispetto per i tanti successi (non scontati). In altre società blasonate dove ad agosto si parla di scudetto e a maggio ci si esalta per la qualificazione Champions cosa dovrebbero fare?
Dal punto di vista comunicativo resta il top. E nel dire che “ad ottobre aveva già le idee chiare su cosa serviva in futuro alla Juventus” ha chiarito alla perfezione i motivi della rottura. Un maestro d'ironia.
Una chiusura per tutto quello che si è detto in questi giorni. Una marea di cazzate da parte degli addetti ai lavori, quando l’unica certezza era che non c’erano certezze. Facile dire “resta” o “va via” come lanciare una moneta a e sperare nella buona sorte. Il tutto con articoli creati a mestiere per spingere in una o nell’altra direzione. Cialtroni. Dei vari giocatori non parlo, adesso capiremo chi è da Juve o meno. Senza scuse. Buona fortuna a Max, al suo successore e alla Juventus.