lunedì 28 maggio 2012

As Bari, storia di un anno difficile


Fonte: Go-Bari.it

Bari - Il rotondo successo casalingo sul già retrocesso Gubbio, ha permesso al Bari di raggiungere quello che, dopo 8 turni senza vittorie, era diventato il vero obiettivo dei "Galletti", ovvero la salvezza. Missione compiuta per gli uomini di Torrente che hanno evitato lo spauracchio dei play-out, vera e propria lotteria che, soprattutto a margine di una stagione come questa letteralmente imprevedibile, si sarebbe potuta rivelare pericolosa. Una stagione conclusa con 50 punti in classifica (con 6 di penalizzazione), 14 gare vinte, di cui 9 in trasferta, 14 pareggiate e 14 perse, e con 47 reti segnate e 48 incassate. Numeri molto significativi che non possono che inquadrare nel migliore dei modi una stagione altalenante, e spesso travagliata, con l'obiettivo play-off che partita dopo partita è andato sfumando, con la brigata biancorossa che ha dovuto fare i conti con una classifica sempre più deficitaria.

Una cosa è certa questa annata difficilmente sarà dimenticata da tutto l'ambiente biancorosso a seguito dell'incredibile serie di vicissitudini che si sono abbattute sulla Bari calcistica. Un percorso accompagnato costantemente prima dallo spettro del fallimento, con i debiti della società biancorossa nei confronti del Comune, per passare poi alla fallita trattativa con la Meleam, l'azienda bitontina scesa in campo per acquistare il club e conclusasi in malo modo. Per non parlare poi delle situazioni che hanno inciso direttamente sulla squadra di Torrente, a partire dalle varie penalizzazioni, per un totale di 6 punti, per il ritardo nei pagamenti delle trimestralità arretrate degli stipendi e delle ritenute Irpef. Una vera e propria mazzata per l'undici biancorosso, che ha contribuito a spegnere le già flebili speranze di "alta" classifica. Le situazioni negative non sono mancate anche dal punto di vista più strettamente legato al terreno di gioco. Basti pensare a Sasà Masiello, giocatore esperto che avrebbe fatto molto comodo alla causa biancorossa, finito fuori rosa ad inizio stagione, dopo aver causato, durante una cena, 40 punti di sutura a Crescenzi con il lancio di un piatto; oppure alla squalifica di Ciccio Caputo che, a febbraio, ha privato il Bari del suo capitano per 45 giorni in seguito a irregolarità contrattuali relative al periodo della sua militanza nella Salernitana. Un'assenza importante visto che il bomber di Altamura aveva iniziato a segnare con continuità e il reparto offensivo barese era già ridotto all'osso, complice anche il gravissimo infortunio a De Paula, tornato al Chievo. Come se non bastasse poi è scoppiato il caos del calcioscommesse che ha inevitabilmente focalizzato l'attenzione mediatica nazionale sul capoluogo pugliese: gli arresti di Masiello e dei suoi boys prima, e quelli dei 3 capi ultras poi, con il racconto, da parte dello stesso ex terzino biancorosso e di altri ex giocatori del Bari di quello che accadeva nella scorsa stagione, hanno gettato nello sconforto l'intero capoluogo pugliese. Accordi tra giocatori, partite combinate e situazioni davvero surreali hanno dipinto un quadro a dir poco grottesco, con l'episodio principe rappresentato dalla combine nel derby contro il Lecce della scorsa stagione, con Masiello protagonista di un autogol tutt'altro che involontario.

Durante questa serie impressionante di vicissitudini gli uomini di Torrente hanno provato a riportare l'attenzione della Bari sportiva e non solo sul terreno di gioco. Una squadra completamente rifondata quella barese che, durante il corso del campionato, ha messo in mostra maggiormente le proprie individualità piuttosto che il classico gioco di squadra: da Crescenzi a Forestieri (entrambi impagabili dal punto di vista anche della volontà e dell'abnegazione), a Stoian, seppur solo a sprazzi, con un Lamanna in grande crescita così come Garofalo, Ceppitelli, Dos Santos e capitan Caputo. Il tanto "acclamato" gioco, soprattutto in un ambiente abituato bene con Conte e Ventura (eccezion fatta per la stagione "maledetta" della retrocessione), si è visto solo a sprazzi e soprattutto in trasferta. Sicuramente non sapremo mai se un altro allenatore al posto di Torrente sarebbe riuscito a fare meglio, anche con scelte tecniche diverse e con magari un maggiore utilizzo dei gioiellini Galano e Bellomo (autori probabilmente di due dei gol più belli della stagione). Dalla sua il tecnico ha numerose attenuanti: l'aver dovuto spesso rinunciare ad un attaccante vero tra infortuni e squalifiche, e anche il flop di un giocatore come Bogliacino (chicca di mercato regalata dal sapiente lavoro del D.s. Angelozzi nella scorsa estate), che avrebbe dovuto prendere le redini del centrocampo e non solo di una squadra comunque sostanzialmente nuova, non possono passare inosservate. La salvezza conquistata nell'ultima giornata per una squadra proveniente dalla Serie A non è sicuramente un risultato esaltante, ma alla luce di quanto detto sinora bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno, soprattutto in attesa dei provvedimenti relativi al calcioscommesse, che potrebbero svuotarlo del tutto.

Marco Beltrami

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