mercoledì 13 ottobre 2010

ITALIA - SERBIA: UNO SPETTACOLO TRISTE, MA SIAMO ALLE SOLITE


Fonte: Go-bari.it

GENOVA - I tifosi pugliesi, quando si parla di Nazionale ricordano sempre con piacere quella serata deliziosa nel quale un San Nicola gremito e festante, accolse gli azzurri contro l'Irlanda del Trap nell'Aprile 2009.



Una serata all'insegna dello sport e dell'entusiasmo, che sembra ancor più lontana nel tempo dopo lo scempio visto ieri sera. Inutile spendere altre parole, su ciò che è accaduto, sull'atteggiamento aberrante e animalesco dei supporters serbi, e sull'atmosfera di guerriglia e di intimidazione creata da quest'ultimi. Immagini che fanno male, sopratutto per chi crede ancora nello sport e nel calcio come "aiuto" alla crescita e al confronto. Tristissimo vedere una squadra, quella serba schiava dei propri tifosi, e che probabilmente pagherà le conseguenze anche per loro, e ancor più triste (non è retorica) guardare gli sguardi dei bambini, presenti in massa per un'iniziativa federale, cercare di capire delle situazioni, già eccessive per gli adulti figuriamoci per loro. Ora spazio ai provvedimenti, alla giustizia, e anche e sopratutto alle riflessioni. Partita vinta a tavolino per l'Italia? Bene, ma poco conta; Serbia sospesa dalle competizioni internazionali? Inevitabile, anche se i giocatori sono ulteriori vittime; Ma oltre a questi provvedimenti "sportivi"? Succederà qualcosa?Come è possibile che in uno Stadio di calcio entrino elementi come il capo ultras Igor Bogdanov (nominato a malincuore visto che si vorrebbe evitargli ulteriore pubblicità)? Come è possibile che vengano introdotti petardi, fumogeni e oggetti contundenti? E pensare che questi "signori" sono arrivati dalla Serbia, quindi ulteriori controlli andati a farsi benedire. Qualcuno pagherà per queste leggerezze che avrebbero potuto provocare un altro Heysel? Certo se pensiamo che ieri sera nessuno ha avuto il coraggio prima che la pseudopartita cominciasse di bloccare il tutto, facendo cadere la responsabilità sul povero arbitro, c'è poco da essere ottimisti.



Un aneddoto finale: una volta dopo aver superato i tornelli nel bellissimo Stadio del capoluogo pugliese, mi è stato chiesto di togliere e buttare il tappo della mia bottiglietta d'acqua, ancora piena, per evitare che diventasse un possibile oggetto lanciabile, suscitando la mia curiosa e divertita reazione. In realtà avevano ragione loro, le forze dell'ordine, e forse dovrebbero farlo tutti, almeno fino a quando non si riesca ad inculcare una certa cultura sportiva.

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