martedì 10 gennaio 2012

De Sanctis emblema di un'inutile cultura del sospetto: apriamo gli occhi



Il calcio italiano, ma non solo, è già un baraccone mediatico comerciale nel quale la falsità e le dichiarazioni di circostanza regnano sovrane. Ancora si sente la mancanza di personaggi del calibro di Mourinho o Boskov capaci di parlare, certo in maniera spesso discutibile, senza peli sulla lingua. Il recente scandalo del calcioscommesse, che come al solito è scivolato dopo il boom iniziale un po’ in sordina (chissà come mai..), ha mostrato anche la vera faccia di uno sport che ha inevitabilmente bisogno di una bella rinfrescata. Se poi iniziamo a far circolare immagini come quelle di De Sanctis che si “arrabbia” invece di esultare per un gol del suo Napoli contro il Lecce (la rete del 4 a 1), allora siamo davvero alla frutta. Ogni immagine come ogni telefonata intercettata, tanto per fare un esempio, andrebbe contestualizzata. Chi per esempio ha avuto la fortuna, o la sfortuna (avendo passato una serata a casa senza uscire all’epoca dei fatti) di assistere all’intera partita si sarebbe reso conto facilmente che: il portierone con quel plateale “sfogo” voleva semplicemente dire “e ci voleva tanto??”. Il Napoli infatti seppur in vantaggio aveva un po’ mollato con conseguente ritorno alla carica del Lecce. Un atteggiamento che equilvaleva ad un sospiro di sollievo, tutto qua. Invece di pensare a queste cose, promuovendo un’inutile cultura del sospetto, dovremmo stare attenti a ben altre circostanze. Per esempio casualmente ho ascoltato ieri sera apprezzamenti da parte del designatore arbitrale Stefano Braschi agli arbitri della nostra Serie A. Se i direttori di gara avessero realmente fatto meglio dell’anno scorso( le statistiche lasciano il tempo che trovano),significherebbe che nel campionato 2010/2011 gli arbitri stessi avrebbero davvero fatto sfracelli. Partite come Bologna-Milan, o Roma-Chievo con errori grossolani sono davanti agli occhi di tutti…parliamo di questo magari.

Marco Beltrami

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