giovedì 9 settembre 2010

Uefa, Platini critica e minaccia la nostra Serie A: troppo spendacciona


Fonte: Calcio.fanpage.it

Al numero 1 dell'Uefa, Michel Platini, non è piaciuta affatto l'inchiesta sugli ingaggi (Milan in testa con Inter e Juve battute), condotta sulla nostra Serie A, che avrebbe dimostrato come la strada verso il fair play finanziario sia ancora lunga.

Il milione di euro, valutato come media del tetto degli ingaggi delle nostre società ha portato l'ex fantasista bianconero ad avvertire e "minacciare" il nostro calcio: "Questa è la prova che è necessario intervenire rapidamente. I club devono cominciare ad agire con maggiore disciplina. Il pareggio di bilancio lo si ottiene con una gestione più oculata, riducendo i costi e dove è possibile sviluppando nuove strategie gestionali ed aumentando i ricavi - ha detto il tre volte Pallone d'oro -. Dal 2012 i club potranno spendere solo quello che guadagnano. Chi esagera sarà sottoposto ad accertamenti rigorosi da parte del Panel di controllo finanziario dei club presieduto da Jean Luc Dehaene e incorrerà il rischio di venire sanzionato".

Bisognerebbe prendere esempio dalla Bundesliga secondo Platini, che in conclusione, esprime il suo parere sulle due milanesi, protagoniste di un mercato diametralmente opposto: ""La lega tedesca è l’unica che regolarmente chiude in pareggio di bilancio. Questa è la prova che una gestione rigorosa dei costi ed in particolare degli stipendi permetterà di rispettare i nuovi criteri di fair play finanziario - ha spiegato Platini -. L'Inter? Condivide la filosofia Uefa e ha giustamente cominciato a modificare la sua strategia. Non è un caso che Moratti mi abbia più volte manifestato l’intenzione di ridurre i costi e di investire nella costruzione di uno stadio di proprietà. Il Milan? Se ha preso Ibra e Robinho significa che punta molto su di loro. Sono grandi campioni ed è normale che ricevano stipendi più alti. Berlusconi è un grande imprenditore e come tale sono sicuro che non avrà difficoltà a soddisfare le nuove regole".

Marco Beltrami

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