giovedì 14 maggio 2015

La "magia" della Juventus contro lo strapotere del Barcellona. Il pallone però resta rotondo




Dopo aver recuperato un pizzico di sobrietà credo che si possa dire questo: il Barcellona è la squadra più "forte" del momento e non solo, mentre la Juventus è quella che ha realizzato una vera e propria impresa, con merito. Sembra esserci un'alchimia perfetta, situazioni quasi "magiche" e anche qualche episodio fortunato che però passa in secondo piano rispetto alla grinta e alla determinazione messa in campo, con quegli attributi che ci riportano indietro, al calcio italiano degli anni '80 - '90 . La finale a Berlino, Evra che ritrova Suarez, Tevez contro Messi ecc: il 6 giugno, saranno tante le situazioni a rendere ancor più speciale l'ultimo atto. La Juventus ha ancora una volta un vantaggio importante, il non aver nulla da perdere, anche se questa volta a differenza delle partite precedenti bisogna tener conto di un aspetto, ovvero quello legato all'unicità della possibilità di arrivare in finale, perfettamente sintetizzato dal pensiero di Buffon: "Tornare a Berlino dopo la vittoria del Mondiale? Sembrava uno scherzo del destino, e invece è andato tutto come auspicavamo. Non dovremo però andare lì a fare i turisti, ma a giocarci una partita che vale tantissimo per tutti noi. Esulto molto dentro e sono tanto orgoglioso dei miei compagni e della crescita che abbiamo avuto. Però finali di Champions League non si ha l'opportunità di giocarne tante, per cui quando si ha l'opportunità bisogna vincere".

Certo fa un certo effetto vedere nella finale del massimo torneo continentale, una squadra che ha puntato sul gruppo e su un mercato comunque sobrio e non società che nella scorsa estate hanno comunque realizzato investimenti impossibili per il belpaese. Dal Chelsea, al Bayern, allo stesso Real e così via. Un risultato figlio di una programmazione perfetta che ha riportato la Juventus nell'Olimpo del calcio italiano ed internazionale. Tanto di cappello dunque alla società bianconera, e anche a Massimiliano Allegri che ha regalato alla Vecchia Signora un posto in un ristorante di lusso anche con "10 euro".

Marco Beltrami (Facebook, Twitter)


martedì 14 aprile 2015

Juventus-Monaco 4-1, racconto di una notte folle ma indimenticabile

Non si poteva proprio non uscire quella sera. Era il 1° aprile del '98, e il pensiero degli esami di maturità iniziava a prendere sempre più concretezza. Un motivo in più per apprezzare ogni possibilità di godere del tempo libero, di stare all'aria aperta in attesa della classica, e forse inutile, full immersion degli ultimi mesi di studio. "Dobbiamo uscire assolutamente" mi dissero: una delle prime serate con temperature gradevoli, quelle in cui si parla di tutto e di niente, quelle in cui cammini e cammini e noti cose che magari sono state sempre sui tuoi occhi. C'erano insomma tutte le condizioni per la classica uscita al paesello, ma c'era un piccolo problema: in diretta tv c'era Juventus-Monaco, imperdibile semifinale di Champions League da gustare fino in fondo, con atteggiamento fantozziano. Come unire l'utile (la partita), al dilettevole (la compagnia)? La diplomazia è stata sempre il mio forte e allora ecco la soluzione: si esce ok, ma con la macchina e soprattutto portando con me una mini-tv da collegare con un cavo all'accendisigari. Tutti contenti? Ok dai, è una cosa strana, ma in fondo nella monotonia del paese ogni situazione che esca anche di un millimetro dalla routine è ben accetta. Pronti, via eccoci qui: io alla guida della mia 500 fiammante e gli altri a smanettare con la tv. "Ma non si vede nulla, si sente solo l'audio". "Vabbè dai tanto stanno 0-0". E via sopra e sotto con l'auto, macinando chilometri fino a quando: "Oh fermati che c'è una punizione per la Juve. Batte Del Piero". Mi fermo in una zona in periferia, completamente buia: "Datemi la tv". prendo la mia "Casio" tanto bistrattata, la piazzo sul volante e spengo l'auto. Traiettoria perfetta, palla nel sette, il telecronista (Piccinini mi pare, quello delle sciabolate) impazzisce, io il triplo. Sportello aperto ed esultanza con abbracci vari in mezzo alla strada. In quel momento si gioiva e ci si sfogava contemporaneamente, buttandosi alle spalle tutti i cattivi pensieri. A proposito di pensieri, nessuno dei geni presenti nella 500 pensò che la batteria dell'auto potesse scaricarsi e così, dopo aver gustato il 4-1 finale bianconero ci ritrovammo in panne a fare autostop. Con un televisorino in mano e senza voce. Ma come dimenticare una serata così?

Marco Beltrami (Facebook, Twitter)




Juventus - Monaco 4-1 (01.04.1998) Andata... di dm_5274f91088bcf