lunedì 31 ottobre 2011

Stevan Jovetic ha rinnovato il contratto con la Fiorentina fino al 2016

Fonte: Calcio.fanpage.it

La Fiorentina riparte da Jovetic: il talentuoso calciatore ha rinnovato il contratto con la società viola fino a giugno 2016. Un matrimonio indissolubile, per fare del montenegrino il perno del progetto futuro del club della famiglia Della Valle, dando una risposta a tutti coloro fossero scettici della volontà della presidenza di far tornare grande la formazione toscana.

Dopo una lunghissima estate, fatta di tormentoni, tira e molla e possibili speculazioni sul futuro dello stesso Jovetic, si pone così fine ad ogni dubbio. Il buon Stevan rimarrà alla corte viola ancora a lungo: un'iniezione di ottimismo notevole per tutti i supporters e gli addetti ai lavori della Fiorentina. Il montenegrino, sempre fermo nella scorsa stagione a causa del gravissimo infortunio, in questa Serie A ha letteralmente preso sulle spalle la squadra di Mihajlovic sfoderando prestazioni a dir poco convincenti. Il prolungamento del contratto nonostante la corte in regime di calciomercato di top club come l'Arsenal ecc., fa ben sperare per il futuro anche se all'orizzonte ci sono ben altri nodi al pettine, ovvero quelli legati al futuro di Gilardino e Montolivo.

All'indomani della vittoria scaccia-crisi riportata in Fiorentina-Genoa 1-0, dunque un'altra buona notizia per la squadra di Mihajlovic. Il tecnico che, ha salvato la sua panchina, potrà contare sull'entusiasmo del suo giocatore più talentuoso, felice per aver prolungato la sua avventura in terra toscana.

Marco Beltrami

domenica 30 ottobre 2011

Marchisio, Del Piero e Chiellini festeggiano su Facebook la vittoria in Inter-Juventus 1-2


Fonte: Calcio.fanpage.it

All'indomani della strepitosa vittoria riportata in Inter-Juventus 1-2, le colonne della squadra bianconera hanno voluto esprimere la propria gioia attraverso il profilo Facebook. Un modo per raggiungere in maniera diretta i fan e i tifosi che ieri sera hanno gioito per un successo che ha un peso specifico particolare per il popolo juventino.

In primis ci ha pensato il match-winner Claudio Marchisio destinato a diventare il vero e proprio perno della Vecchia Signora negli anni che verranno. Un semplice ma perentorio "Andiamoooo!!!" , ecco il post pubblicato sul proprio profilo,che ha subito scatenato l'entusiasmo dei fan, che hanno condiviso con il "principino" l'entusiasmo per l'impresa bianconera.

Sarà proprio Marchisio a raccogliere l'eredità di uomo-simbolo della Juventus da quell'Alessandro Del Piero che ha partecipato con soli 8 minuti alla più che positiva trasferta bianconera. L'inossidabile numero 10 ha scritto su Facebook: "Grande vittoria per il "primato", per noi e per i nostri tifosi.Ce la godiamo un paio di giorni e poi sotto come se nulla fosse successo. Che bella domenica...".

Non ha resistito nemmeno Giorgio Chiellini, protagonista come tutti i suoi compagni di una prova convincente. Il terzino dopo le critiche delle scorse settimane ha giocato una partita quantomeno generosa raccontando così su Facebook le sue emozioni: "Una grande serata ieri sera,per tutti gli juventini. È sempre bello vincere a San Siro,ci godiamo questa vittoria ma la testa è già a Domenica prossima per la partita contro il Napoli!". E il match con il Napoli per ora può aspettare: i festeggiamenti non sono ancora finiti.


Chiellini condivide la sua gioia su Facebook

sabato 29 ottobre 2011

Gary Lineker ammette di aver defecato in campo a Italia 90 (VIDEO)


Fonte: Calcio.fanpage.it

Gary Lineker, ex grande gloria del calcio inglese ha dopo vent’anni deciso di raccontare la verità sulle voci circolate dopo il match tra Inghilterra e Irlanda. L’indimenticato centravanti era stato al centro di un curioso episodio: durante il sentitissimo incontro Lineker in seguito a problemi allo stomaco avrebbe defecato in campo.

Le immagini immortalate dalle telecamere hanno sempre lasciato qualche dubbio sulla reale veridicità di queste foto. Veridicità che è stata confermata dall’ex bomber della Nazionale dei 3 leoni che ha confermato dopo tutti questi anni l’accaduto spiegandone i motivi, dovuti ad un improvviso malore. Per sua fortuna, ha poi spiegato Lineker, la pioggia si rivelò all’epoca un’importante alleata per il centravanti che si trovò in una situazione a dir poco imprevista e di fortissimo imbarazzo.

Marco Beltrami

Kevin Prince Boateng s'improvvisa cantante con Pato, Robinho e Thiago Silva (VIDEO)


Fonte: Calcio.fanpage.it

In questo primo scorcio stagionale Kevin Prince Boateng ha conquistato prepotentemente la copertina della Serie A. Dopo le iniziali polemiche legate al suo rendimento e ai suoi infortuni, il duttile centrocampista del Milan ha letteralmente trascinato la sua squadra a suon di gol e prestazioni.

Un giocatore unico, ma soprattutto un atleta vero il ghanese che ha risposto sul campo ai mugugni della curva dimostrando di avere un carattere da campionissimo. Ciliegina sulla torta la prova sfoderata in terra salentina con la tripletta che ha rimesso in carreggiata i rossoneri in Lecce-Milan 3-4. Un roccioso giocatore in campo, un ragazzo simpatico e pieno di vita fuori come dimostrano le numerose scene spesso immortalate dalle telecamere. Le ultime rivelano addirittura le sue sorprendenti doti canterine, oltre quelle da ballerino sfoderate spesso eseguendo il moonwalk. Il giocatore africano in compagnia di Pato, Robinho e Thiago Silva ha improvvisato un pezzo rap per fare gli auguri al canale sport dell’emittente Al Jazeera che ha compiuto 8 anni.

Un “Happy Birthday to you” che ha messo il luce tutto il talento di Boateng che si è rivelato un provetto cantante. Le immagini di questo curioso siparietto stanno letteralmente facendo il giro del web, facendo aumentare ancora una volta l’appeal del coriaceo e tatuato centrocampista del Milan. Impossibile non evidenziare la particolarissima voce di Boateng che ammalia anche quando si trova davanti ad un microfono.

Marco Beltrami

Un Bari troppo brutto per essere vero s'inchina ad Insigne ed al Pescara


Fonte: Go-Bari.it


Bari - Non è sempre facile nel mondo del calcio riuscire a distinguere perfettamente la linea immaginaria che separa i meriti dei vincitori dai demeriti degli sconfitti.

Un discorso valido anche per Bari-Pescara 0-2, match che comunque permette di evidenziare dei dati di fatto inconfutabili: troppo brutto, al limite dell'inguardabilità il Bari del primo tempo, letteralmente in balia di un Pescara padrone del campo e trascinato dal piccolo grande Insigne (un giocatore da tenere sotto stretta osservazione). Troppo timorosa la squadra pugliese apparsa fragile e incapace spesso di creare ed impostare trame di gioco degne di nota. Basti pensare che eccezion fatta per il generoso Forestieri e per Lamanna, incolpevole sul gol e protagonista di buoni interventi, a giochi fatti si fa davvero fatica a trovare giocatori al di sopra della sufficienza. Il gol del vantaggio siglato dalla stellina campana ha testimoniato anche l'atteggiamento un po' "soft" della difesa barese che ha vissuto una delle serate peggiori della sua breve storia. Al contrario la formazione abruzzese ha confermato tutto il suo valore: probabilmente finora è la squadra più brillante affrontata dal Bari di Torrente. Un Bari che nel finale di primo tempo ha dato segni di resurrezione per poi nella ripresa tornare definitivamente in campo con un altro piglio, attaccando a testa bassa in maniera comunque disordinata. Un atteggiamento che non ha pagato, visto che nel migliore momento per i padroni di casa è stato incassato il raddoppio di Insigne, abile a sfruttare un altro "buco" della difesa (non basta appigliarsi all'assenza di Donati davanti al reparto arretrato). A fine partita sono arrivati anche i primi fischi stagionali per i pugliesi che come confermato da Torrente a Sky nel post partita, hanno sfoderato probabilmente la peggiore uscita stagionale. Il mister ex eugubino ha fatto il punto anche sugli aspetti più negativi della sua squadra, quelli che dovranno essere oggetto delle attenzioni settimanali in vista della sfida contro il Grosseto: "Bisognerà cambiare qualcosa perchè facciamo fatica a finalizzare anche quelle poche occasioni che ci capitano. Primo tempo bruttissimo con una reazione disordinata, anche se nel momento migliore il Pescara ha raddoppiato. Il problema è che noi dobbiamo giocare e nel primo tempo non l'abbiamo fatto, con paura e poca personalità, siamo stati ingenui. Errori singoli anche incredibili, e nella fase di possesso. Noi pensiamo al campo e a lavorare per fare risultati, la società ora non ci sta facendo mancare nulla. La sostituzione di De Paula è stata tattica. Lavoreremo sul gioco, perchè dobbiamo migliorare sulla conclusione e anche sulla personalità". Soddisfatto solo in parte, come nel suo stile il boemo Zeman che ha voluto scherzare anche sul suo piccolo gioiello Insigne: "Stiamo facendo bene, campo troppo pesante per noi ma abbiamo vinto anche con merito. Insigne paragonato ad un mio giocatore del passato? No uno così piccolo non l'ho mai avuto".

Una brutta serata dunque per i biancorossi, al termine di una settimana davvero terribile anche in merito alle note e confuse vicende societarie e alle notizie del deferimento . Dopo il primo tempo di stasera è facile essere ottimisti, visto che peggio così non si può davvero fare; l'importante però è che il buon bottino di punti finora messo in cascina non venga dilapidato. Vivere alla giornata si, ma bisogna iniziare a guardarsi anche indietro, per cercare di trovare una fame di vittorie che può rivelarsi un ottimo punto di partenza in attesa del gioco che si spera prima o poi possa tornare.


Marco Beltrami

venerdì 28 ottobre 2011

Luciano Moggi racconta la sua verità: "Non ho mai pensato di venire a Bari"


Fonte: Go-Bari.it

Bari - Il suo nome in pochissime ore ha fatto letteralmente ribollire il capoluogo pugliese: Luciano Moggi, nei giorni scorsi è stato accostato al club biancorosso, come ipotetico dirigente del nuovo Bari; quel Bari che dovrebbe nascere dalle ceneri della gestione Matarrese, grazie alla Melam Group, la società bitontina vicina all'acquisizione del club in collaborazione con dei "misteriosi" imprenditori lombardi.

Un ipotetico ruolo di "dirigente o consulente supervisore" dunque per "Big Luciano", che contattato in esclusiva per Go-Bari.it si è detto assolutamente sorpreso per queste notizie assolutamente infondate a suo dire: "Non c'è nulla, non ho mai pensato di venire a Bari. Non ho proprio idea di pensarci. Ho da risolvere alcune situazioni prioritarie, e (sorride ndr) non ho mai pensato a questa ipotesi". L'ex colonna portante della Juventus ha spiegato di conoscere appunto i vertici della Meleam ma niente di più: non c'è nessuna possibilità di un suo "impiego" barese. Niente Bari dunque per Luciano Moggi che comunque ha voluto salutare il popolo barese ringraziando anche per le numerose attestazioni d'affetto ricevute.

Nel frattempo proprio oggi è avvenuto il tanto atteso incontro tra la dirigenza biancorossa e i vertici della Meleam, una puntata che si è rivelata interlocutoria come si può apprendere direttamente da quanto scritto sul sito ufficiale dei Galletti: "Salvatore Matarrese S.p.A., Debar Costruzioni S.p.A. e Meleam S.p.A. comunicano di essersi incontrate in data odierna, a mezzo dei rispettivi rappresentanti, per verificare se sussistano le condizioni per iniziare la trattiva di compravendita delle azioni dell'As Bari S.p.A. Al termine della riunione, i rispettivi rappresentanti hanno convenuto di scambiarsi alcuni documenti e di incontrarsi nei prossimi giorni.

Marco Beltrami

Roberto con una papera decide il risultato di Real Saragozza-Valencia 0-1 (VIDEO)


Fonte: Calcio.fanpage.it

Sembrava una partita destinata allo 0 a 0 Real Saragozza- Valencia, e invece proprio nel finale è arrivato il gol decisivo che ha permesso alla squadra ospite di conquistare 3 punti preziosissimi. La rete è stata segnata da Jordi Alba con l’evidente complicità del portiere avversario Roberto.

L’ex estremo difensore del Benfica è uscito in una maniera a dir poco goffa su di un pallone messo in area dal limite dell’area, facilitando il compito dell’avversario che lo ha battuto senza particolari difficoltà. Una papera che in questa stagione si somma alle precedenti, confermando la sfortunata stagione del giocatore biancoceleste. Un errore costato carissimo al Saragozza che resta invischiato nelle zone bassissime della Liga spagnola, al contrario del Valencia quarto nella graduatoria dopo il sorprendente Levante, e le corazzate Real Madrid e Barcellona.

Marco Beltrami

Lite tra Marques e Nwankwo durante l'allenamento del Parma


Fonte: Calcio.fanpage.it

Non è stato del tutto digerita Milan-Parma 4-1 dai giocatori emiliani: la pesante sconfitta incassata in terra milanese sembra aver lasciato degli strascichi nello spogliatoio emiliano. Infatti oggi durante l'allenamento pomeridiano alcuni giocatori parmensi si sono resi protagonisti di un brutto episodio.

Il troppo agonismo sfoderato in allenamento ha fatto un brutto scherzo a Marques e Nwanko: i due calciatori hanno avuto un faccia a faccia durissimo che solo l'intervento dei compagni ha evitato si trasformasse in rissa. Un episodio prontamente minimizzato, come riportato da Goal.com, dallo staff tecnico emiliano ma che testimonia l'atmosfera non proprio rilassatissima di casa-Parma. Eppure la squadra di Colomba non ha assolutamente sfigurato in questo inizio di campionato, registrando solo le due pesanti sconfitte contro Milan e Juventus (oltre a quella inaspettata contro l'Atalanta al Tardini), ma anche successi importanti come quello in casa del Napoli.

Ora bisognerà ritrovare al più presto la concentrazione giusta per preparare al meglio il derby tutto emiliano contro il Cesena, una squadra che ha già un notevole bisogno di punti in Serie A. Sicuramente l'esperienza di mister Colomba permetterà di limare queste piccole "divergenze" all'interno di una squadra nella quale comunque ci sono molti giovani. Il Parma ha tutto il tempo per consacrarsi una delle realtà più belle del nostro panorama calcistico.


Marco Beltrami

Angelo Ogbonna è il nome nuovo del calciomercato del Milan


Fonte: Calcio.fanpage.it

Angelo Ogbonna sarà uno dei pezzi pregiati del prossimo calciomercato. Il giocatore del Torino alla luce delle sue doti fisiche e tecniche rappresenta una delle più belle speranze per il calcio italiano. Ecco perché sono tanti i top club interessati al difensore, che è recentemente entrato a far parte anche del giro della Nazionale di Cesare Prandelli.

Secondo quanto riportato da La Stampa Ogbonna sarebbe prossimo a prolungare il proprio accordo con il Torino fino al 2016. Un contratto che dovrebbe essere incentrato su un notevole aumento dello stipendio annuo. Nonostante ciò il coriaceo giocatore potrebbe salutare il capoluogo piemontese nell’estate 2012. Per lui ci sarebbe una vera e propria asta che quasi periodicamente vede aumentare le probabilità da parte dell’uno o dell’altro team. Attualmente in pole position sembra esserci il Milan, intenzionato a piazzare un altro duttile tassello nel suo reparto offensivo. Sicuramente sarà difficile scendere a compromessi con il presidente granata Cairo, intenzionato a partire da una base di 20 milioni per il suo gioiellino.

Probabilmente le cifre si abbasseranno, anche se la trattativa è apertissima ad ogni soluzione. Infatti Ogbonna piace anche a Inter e Juventus. Non bisogna dimenticare però che un giocatore dalle caratteristiche del torinista è molto apprezzato anche all’estero, e infatti Manchester City e altre squadre inglesi sembrano molto interessate al nazionale italiano.

Marco Beltrami

mercoledì 26 ottobre 2011

Terry accusato di razzismo finisce al centro di un'inchiesta federale in Inghilterra


Fonte: Calcio.fanpage.it

Sembra che faccia parte del destino di John Terry, il finire periodicamente sulle prime pagine dei tabloid inglesi e non solo per situazioni non del tutto legate al campo di calcio. Dopo la famosa relazione con la compagna del collega Bridge, il centrale del Chelsea è finito nuovamente nell’occhio del ciclone.

Questa volta l’oggetto della discordia sarebbe rappresentato dalle presunte frasi razziste che Terry avrebbe pronunciato all’avversario Anton Ferdinand (fratello del più famoso Rio del Manchester United) durante la partita QPR-Chelsea 1-0; un derby conclusosi con la clamorosa sconfitta per 1 a 0 dei giocatori di Villas Boas. Su richiesta della squadra di casa la Football Association, ovvero la Federazione calcistica inglese ha aperto un’inchiesta sul Capitano dei Blues e baluardo dell’Inghilterra di Capello. Quest’ultimo nel frattempo si è difeso dalle pesanti accuse di razzismo dichiarando: "Farò tutto il necessario per cancellare ogni macchia dal mio nome, non ho niente da nascondere. Anton ed io abbiamo parlato per 10 minuti negli spogliatoi al termine della partita e non c'era alcun problema".

Nel frattempo anche il tecnico del Chelsea Villas Boas all’indomani della sconfitta incassata in Premier League ha voluto difendere il proprio uomo-simbolo: "Siamo con lui, è un giocatore che rappresenta questo Paese ai più alti livelli internazionali, è un giocatore di grande responsabilità. Mi ha detto che c'è stato un enorme malinteso e trovo strano che la gente non creda alle parole di chi rappresenta il loro Paese".

Marco Beltrami

“Simpatia” Zeman… “Euforia” Pescara


Zemanlandia sbarca in Abruzzo. Tutti i “why e i because” dello Zdenek – pensiero …



Zdenek Zeman è un uomo di 64 anni. E’ un allenatore di calcio attualmente alla guida del Pescara, in serie B. Per sapere qualcosa di più di questo personaggio, è inutile navigare su wikipedia o legger qualche quotidiano sportivo: il “fenomeno boemo” non si può spiegare. Zeman va interpretato a 360 gradi, bisogna andar oltre i suoi sorrisi silenziosi, oltre la nebbia delle sue sigarette per provar a “leggere”un personaggio in cui uomo e professionista si intrecciano spesso, quasi a fondersi. Perché il 4-4-3 non è un modulo, ma uno stile di vita. Ci han provato in tanti ma nessuno ha realmente saputo dipinger “Zdenko” con il pennello giusto. Quasi nessuno…
Antonio Albanese è un regista e attore comico italiano. Negli anni ’90 balzò alla cronaca per l’imitazione di “Frengo e Stop”, tifoso sfegatato del Foggia. Erano, quelli, gli anni d’oro di Mai Dire Gol ed allo stesso tempo anni magici per i diavoletti pugliesi guidati in serie A dal boemo. Qualche anno fa, Albanese inscenò una sorta di dialogo - monologo in compagnia di Zdenek Zeman. Erano gli anni in cui Zdenko barcollava tra una panchina e l’altra, tra un paese e l’altro, tra una sigaretta … ed ancora un’ altra. Ad un taciturno ma divertito tecnico boemo, “Frengo” si rivolgeva così:” Il mondo non ci capisce…il mondo non sa che quando la tua squadra prende un gol non è un errore della tua squadra o di una eventuale tua tattica, ma una forma di maleducazione della squadra avversaria … il mondo non capisce che la classifica è un modo profondamente sbagliato di misurare il valore delle squadre, secondo terzo o quarto, ma cosa conta?...Tu hai sempre insegnato ai tuoi giocatori che cercare di fermare l’avversario è sleale, così distruggi il gioco, è un’offesa alla bellezza del calcio … Tu hai allenato nella tua carriera una ventina di squadre, in tutto il mondo, sempre con lo stesso modulo … rispettivamente sei attaccanti, due centrocampisti ed in difesa hai sempre schierato due assistenti degli attaccanti avversari ma non ti hanno mai capito … Why? Because tu sei troppo avanti, perché sei troppo vinto dalla bellezza e dalla verità e questo è un mondo senza verità e senza bellezza …”
“Frengo” quel giorno ha preso un pennello ed ha deciso di dipingere Zeman … e lo ha fatto con i colori giusti, arrivando con l’ironia lì dove i “professoroni del giornalismo sportivo”, con i loro “paroloni imbrillantinati” non hanno saputo arrivare. Il quadro dipinto da Albanese è un capolavoro perché racchiude l’idea del calcio “genuino” che è sempre stata dentro di noi, quell’idea di calcio inteso come “divertimento” non macchiato dallo schifo del business dei giorni nostri. Se riflettiamo bene, infatti, Zeman, cosa fa con il suo 4-3-3? Fa semplicemente quello che facevamo noi da ragazzini quando nel cortile sotto casa ( che all’epoca sembrava grande quanto San Siro di Milano … ) inscenavamo partite tiratissime contro i nostri odiosi amici … lo ricordate? In attacco giocavano i più forti, mentre in difesa venivano sacrificati i più scarsi, quelli, per intenderci, senza la fantasia e la classe adatta per gonfiare la rete (immaginaria) della porta avversaria. Ed in porta? Lì, tra uno zaino ed una pietra utili a far da palo, ci andava il classico ragazzino sveglio, il Franco Mancini della situazione, quello, cioè, bravo nelle uscite ed “ingaggiato” anche per sopperire alle lacune dei difensori che non erano dei veri e proprio “poeti” della zona alla Baresi o alla Signorini, per intenderci ….
Ecco Zdenek Zeman è questo: è l’immagine di quel calcio che sognavamo da bambini quando il segno “X” era inteso solo come segno utile a riempire le caselle per giocare a tris e non certo come risultato. Il 4-3-3 è un po’ come quelle squadre spericolate che calcavano i cortili di tutta Italia, e gli undici uomini messi in campo dal boemo hanno la stessa sfrontatezza e poca ( decisamente poca … ) attenzione alla tattica che avevano quei bambini che lottavano per l’onore o per vincere una coca-cola. Ma, come dice Albanese, nessuno capirà mai Zeman, nessuno ricorda che Zeman non ha mai vinto nulla perché non aveva tra le mani i mostri regalati a un Mourinho o ad un Capello, ma ha saputo divertire molto di più lo spettatore rispetto al mago portoghese o alla “mascella di ferro” più famosa del Friuli e nessuno forse riconosce che Zeman ha allenato una ventina di squadre ma nessun tecnico avversario ha ancora capito come fermare il tridente del boemo. Son passati quasi 30 anni, e Insigne sfugge ai terzini delle difese a 4 così come riusciva a Signori nel Foggia dei miracoli negli anni ‘90. E poco importa se in attacco giocano i fenomeni ed in difesa i due assistenti degli attaccanti avversari, quello schema che serve meglio a coprire il campo, come dice Zdenko, è come un flipper impazzito dove veder quella palla schizzar da un’area all’altra vale senza dubbio il prezzo del biglietto.
Il maestro di Praga, laureatosi all’ISEF di Palermo con una tesi sulla medicina dello sport e cresciuto professionalmente sulla panchina del Cinisi (PA), nei dilettanti, nel 1975, è stato nel calcio un po’ come quegli amanti che mettono su storie d’amore bellissime ma poi le vedon sfuggir dalle mani sul più bello: è stato il boemo tra la fine e la metà degli anni ’90, infatti, a consegnar nelle mani di Eriksson e Capello due super squadre come la Lazio e la Roma ormai pronte solo per esser traghettate verso lo scudetto, ma soprattutto è stato Zeman ad aver la capacità – sfortuna di render campioni giocatori sconosciuti per vederli poi consacrare lontano dalle sue panchine. Comincia lanciando Maurizio Schillaci a Latina ( cugino del famoso Totò) che segna 10 gol nell’1984 prima di passar alla Lazio per poi continuare con Salvatore Schillaci, che a Messina nell’ ’88 segna 23 gol ed approda alla Juventus dell’Avvocato. Il capolavoro arriva a Foggia: dopo l’esonero dell’87, nell’89 Pasquale Casillo, il “Re del grano” lo richiama a Foggia dove lancia emeriti sconosciuti verso il Gotha del calcio: il Foggia dopo due stagioni approda in serie A a suon di spettacolo, gol ( ben 67… ) e con in difesa Fornaciari, cugino di Zucchero, il cantante, mentre Manicone passerà all’Inter, Rambaudi, Chamot, Mancini e Signori alla Lazio, Shalimov all’Inter, Baiano e Padalino alla Fiorentina, Petrescu al Chelsea. E se alla Lazio il boemo lancia un giovanissimo Alessandro Nesta al centro della difesa, alla Roma consacrerà definitivamente un Francesco Totti ancora indisciplinato tatticamente e dal lato B troppo pesante per sfondare in serie A…. E poi? Di Francesco e Tommasi sempre a Roma, Jankulovski a Napoli, ad Avellino Contini, Kutuzov e Nocerino, Bojinov e Vucinic a Lecce, a Brescia insegna l’arte del regista a Salamon ( ne sentiremo parlare…) a Foggia consacra Sau e Insigne.
Zeman nella sua carriera ci ha regalato partite memorabili: nel 1990/1991 il Foggia sconfisse un super Avellino del portiere para-rigori Carmine Amato per 5-0 e volò in testa alla classifica, in serie A all’esordio a San Siro Ciccio Baiano fece tremare l’Inter, a Napoli sotto di 3 gol dopo le magie di Careca e Zola, la banda del boemo impattò 3-3. Con la Lazio sconfisse il Napoli 5-1 il Milan 4-0 ed il “suo” Foggia 7-1. Nella Capitale, sponda giallorossa, dà tre schiaffi alla “sua” Lazio mentre con il Napoli, in amichevole, pareggia 1-1 con il Real Madrid: Figo rispose a Di Vicino…
E se dopo circa 20 anni tra un Fenerbache ed una Stella Rossa, un Vignaroli a Salerno ed un Capparella ad Avellino resi-semifenomeni dal boemo, una panchina qua e un anno dopo là, Zeman approda a Pescara, la sensazione che Zemanlandia possa finalmente ripeter il ciclo vincente di Foggia è davvero forte. Il portiere Anania, nel 2004, nell’Avellino allenato da Zeman era la riserva di Domenico Cecere, ora è titolare in Abruzzo. E’ più alto di Franco Mancini del Foggia dei miracoli ma ha la stessa follia nelle uscite. Marco Capuano può esser il nuovo Petrescu della situazione: il Napoli lo avrebbe già bloccato, il Cagliari lo tenta ma Marco continua a deliziare l’ “Adriatico” di Pescara e Ciro Ferrara, ct dell’Under 21 azzurra. L’attacco dei delfini è un crack: Ciro Immobile e Lorenzo Insigne come Ciccio Baiano e Giuseppe Signori? Ciro “il Grande” è napoletano di Torre Annunziata, è cresciuto nella Juventus con il quale ha vinto un “Viareggio” nel 2009 e prima di approdare a Pescara ha un po’ stentato a Siena e Grosseto. Con Zeman è esploso, 8 reti e stessi movimenti di Baiano. Lorenzo Insigne è invece napoletano di Frattamaggiore, è un trottolino “carico” di classe che ha il passo di Gianfranco Zola, il tiro a rientrare di Del Piero ed il dribbling di Totò Di Natale. In una partita del Viareggio 2009, con la maglia del Napoli fece ammattire i difensori del Parma, a Foggia, lo scorso anno con Zeman, mise a segno 19 gol. A Pescara, con la regia del boemo, Insegne ha messo a segno già 4 reti ma soprattutto ha messo in condizione di segnare più volte Immobile e Sansovini, il terzo del tridente, il Rambaudi della situazione, con passaggi che son gocce di poesia. Si racconta che a Napoli, prima di andar in giro a far esperienza, Gargano gli regalò le scarpette con questa promessa: “Non sono un ragalo, ma un prestito…quando tornerai qui da protagonista me le restituirai”. A giugno, Lorenzo “il Magnifico” tornerà a Napoli come vice-Lavezzi.
Nelle ultime partite di campionato il Pescara, posizionato nei piani alti della classifica, ha battuto l’Albinoleffe 5-3, il Brescia 0-3 e l’Ascoli 4-1…”Simpatia” Zeman è tornato, l’ “Euforia” a Pescara è alle stelle e l’ “Adriatico” è diventato un piccolo cortile, con i pali delle porte fatte con pietre e zaini ed 11 ragazzi pronti a divertirsi e vincere, perché l’ X serve solo per giocare a tris …


Marco Giuseppe Zefelippo,

giornalista, attualmente collaboratore per Agicos e profondo conoscitore del pianeta calcio, da quello giocato, a quello, meno "commerciale" delle stanze dei bottoni. Notevole la sua capacità di sottolineare sempre gli aspetti più suggestivi e non scontati delle vicende calcistiche, con pennellate di colore e richiami al mondo del cinema e della cronaca.








martedì 25 ottobre 2011

Juventus-Fiorentina 2-1, Matri trascina i bianconeri in vetta alla classifica

Fonte: Calcio.fanpage.it Non sono mancate le emozioni in questo Juventus-Fiorentina 2-1, ennesima puntata di una storica sfida. Alla fine l’hanno spuntata i bianconeri grazie alle reti di Leonardo Bonucci e Alessandro Matri, abile a decidere il match dopo il bellissimo momentaneo pareggio del montenegrino Stevan Jovetic. Una partita letteralmente dai 2 volti quella della Juventus Arena: un primo tempo totalmente dominato dai padroni di casa che, quasi in maniera incredibile, nella ripresa hanno visto le streghe dopo il pareggio della squadra viola. Infatti nella prima frazione la differenza tra le due contendenti è apparsa quasi imbarazzante con la Juve che con grinta e voglia di vincere ha schiacciato gli avversari nella propria metà campo. Una superiorità assoluta premiata dal gol di Bonucci abile a ribattere in rete una ribattuta di Boruc su un tiro nato da un corner. Un risultato troppo striminzito per i bianconeri soprattutto per la mole di occasoni creata; e infatti ad inizio ripresa una Fiorentina strigliata da Mihajlovic nell’intervallo ha trovato il pari con un bel tiro dal limite del suo giocatore più talentuoso Jovetic. Grande paura per la formazione di Conte soprattutto alla luce degli ultimi risultati. Una paura spazzata via da Matri al 67°: l’attaccante ha impreziosito una prestazione ottima sfruttando al meglio un assist del generosissimo Pepe regalando i 3 punti alla Juventus. Un successo che porta i bianconeri momentaneamente in vetta alla classifica di Serie A IL TABELLINO JUVENTUS-FIORENTINA 2-1 Juventus (4-1-4-1): Storari; Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Chiellini; Pirlo; Pepe (41' st De Ceglie), Marchisio, Vidal (43' st Pazienza), Vucinic (33' st Estigarribia); Matri. A disp.: Manninger, Elia, Del Piero, Quagliarella. All.: Conte Fiorentina (4-3-3): Boruc; De Silvestri, Gamberini, Natali, Pasqual; Munari, Behrami, Kharja (39' st Silva); Cerci (1' st Gilardino), Jovetic, Vargas (25' st Ljajic). A disp.: Neto, Nastasic, Romulo, Lazzari. All.: Mihajlovic Arbitro: Orsato Marcatori: 13' Bonucci (J), 12' st Jovetic (F), 20' st Matri (J) Ammoniti: Marchisio (J); Behrami, Munari (F) Espulsi: nessunonte in testa al campionato di Serie A. Marco Beltrami

Ennesima puntata di una storia infinita: Juventus e Fiorentina, tra ricordi, gioie e delusioni

uventusFonte: Calcio.fanpage.it La maglia viola e quella bianconera, un mix di colori che quando s’incrociano in un campo di calcio non possono che dar vita ad una sfida suggestiva, intrigante, figlia di una rivalità storica. Juventus-Fiorentina rappresenta uno dei match più caratteristici della serie A, una sfida sentitissima dalle due tifoserie che considerano l’incontro alla stregua di un derby. Tutto è nato nel 1982, quando nell’ultima giornata del campionato le due squadre si trovavano appaiate in classifica: i bianconeri conquistarono il titolo imponendosi a Catanzaro, mentre la Fiorentina inciampò a Cagliari in un match ricco di polemiche. Da quel giorno, ogni volta che i piemontesi e i toscani si affrontano , ne esce fuori una partita sentitissima che spesso nel corso degli anni ha regalato emozioni fortissime ad entrambe le curve. In particolare i tifosi toscani ricordano ancora con piacere il clamoroso 2 a 3 del 2 marzo 2008. Un successo ottenuto con una strepitosa rimonta che regalò agli uomini allora allenati da Prandelli un risultato storico: i viola sotto per 2 a 1 fino a pochi minuti dalla fine ribaltarono il risultato grazie a Papa Waigo e soprattutto con Osvaldo (ora in forza alla Roma) abile al 93° a far esplodere la curva fiorentina. Un altro 3 a 2, invece in favore dei bianconeri, rappresenta il ricordo più dolce per antonomasia in casa Juventus. Si tratta della sfida del lontano dicembre del 1994: un match che tutto il popolo juventino considera come il marchio di fabbrica della Vecchia Signora di Lippi, che consacrò in quella fredda giornata piemontese il genio di Alessandro Del Piero. I padroni di casa sotto di 2 gol (Baiano e Carbone) di fronte agli uomini di Ranieri trovarono la forza di ribaltare il risultato prima con la doppietta di Vialli e poi con la gemma di Pinturicchio. L’eterno numero dieci bianconero realizzò uno dei gol più belli della storia segnando al volo di esterno su un difficile cross proveniente dalla sinistra. Bastano questi due precedenti per presentare Juventus-Fiorentina di questa sera come un match assolutamente spettacolare e imperdibile. Un incontro fondamentale per le due squadre che sono ancora alla ricerca della reale dimensione in una Serie A davvero equilibratissima. Nella splendida cornice della Juventus Arena, tutto è pronto per un match che entrambe le tifoserie sperano di ricordare a lungo nella storia.

Juventus-Fiorentina 2011, le probabili formazioni dell'intrigante sfida di Serie A

Fonte: Calcio.fanpage.it Uno degli incroci storicamente più suggestivi e accesi della Serie A: Juventus-Fiorentina rappresenta una delle sfide più intriganti del campionato. In questa stagione poi arriva in un momento molto particolare per entrambe le squadre che stanno tentando di capire le proprie ambizioni di classifica. La formazione di casa avrà il vantaggio di poter disporre del fattore "Juventus Arena": il nuovo stadio bianconero è già pronto con il tutto esaurito a riservare un’accoglienza speciale agli acerrimi rivali viola. Il tecnico salentino dopo il rocambolesco Juventus-Genoa 2-2, sembra intenzionato a confermare in blocco la difesa, compresi Storari (complice l’indisponibilità di Buffon) e il tanto discusso Chiellini. Dovrebbe tornare titolare Vidal pronto a formare il reparto mediano con Pirlo e Marchisio, mentre in attacco il riferimento centrale Matri dovrebbe essere supportato da Pepe e Vucinic largo a sinistra. Tanti i dubbi per Mihajlovic che in caso di sconfitta potrebbe davvero rischiare la sua panchina. Il primo ballottaggio riguarda l’attacco con Gilardino favorito su Santiago Silva per completare il tridente con Cerci e Jovetic. Anche a centrocampo si giocano un posto l’ex cagliaritano Lazzari con il marocchino Kharja: a spuntarla dovrebbe essere il primo per una Fiorentina molto offensiva. In difesa ancora out Cassani per infortunio, fascia destra affidata a De Silvestri. Le probabili formazioni: Juventus (4-3-3): Storari; Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Chiellini; Marchisio, Pirlo, Vidal; Pepe, Matri, Vucinic. A disp.: Manninger, De Ceglie, Estigarribia, Elia, Krasic, Del Piero, Quagliarella. All.: Conte Fiorentina (4-3-3): Boruc; De Silvestri, Gamberini, Natali, Pasqual; Munari, Behrami, Lazzari; Cerci, Jovetic, Gilardino. A disp.: Neto, Nastasic, Romulo, Kharja, Santiago Silva, Ljajic, Vargas. All.: Mihajlovic Marco Beltrami

lunedì 24 ottobre 2011

Mario Balotelli esaltato da Mancini dopo il derby di Manchester: diventerà come Messi e Ronaldo

Fonte: Calcio.fanpage.it Nel bene e nel male il protagonista è sempre lui: Mario Balotelli è in coppia col suo mentore Mancini, l’uomo copertina di Manchester United-Manchester City 1-6, un successo epocale che ha riscritto la storia di uno dei derby più prestigiosi, sentiti e suggestivi del mondo. Un risultato tennistico, reso ancor più pesante da una prestazione praticamente perfetta che ha surclassato la squadra di un incredulo sir Alex Ferguson. E pensare che proprio il talentuoso attaccante italiano era finito nel mirino dei tabloid proprio a poche ore dal big-match, per aver incendiato la sua abitazione con dei fuochi d’artificio. Un atteggiamento diametralmente opposto a quello sfoderato oggi da tutta la stampa inglese e non solo che ha esaltato il “bad boy” dei Citizens. Tra le tante attestazioni di stima quella sicuramente più particolare è arrivata da Roberto Mancini altro grande protagonista di questo successo che ha voluto sottolineare le potenzialità del suo attaccante. "Spero per Mario e per il calcio - ha dichiarato il Mancio, come riporta la Gazzetta dello Sport - che arrivi il giorno in cui riuscirà a cambiare mentalità. Quel giorno sarà uno dei tre migliori al mondo, con Messi e Cristiano Ronaldo. Io voglio bene a Mario. Non so che cosa sia accaduto con i fuochi d'artificio, ma è importante è che lui e i suoi amici non si siano fatti nulla. E ha giocato benissimo questo derby". Buone notizie dunque per i Citizens ma anche per il calcio italiano, che spera di poter puntare su Balotelli in vista del prossimo europeo. Marco Beltrami

domenica 23 ottobre 2011

Addio Marco Simoncelli, ora potrai correre anche senza casco..

Fonte: Go-Bari.it Sembrava la classica domenica mattina autunno-invernale: ci si sveglia un po' più tardi, preparandosi a vivere la più classica delle giornata di sport, motomondiale prima e calcio poi. Ed ecco allora che quasi sbadatamente si accende la tv, preparandosi a fare il consueto zapping, allestendo nel frattempo il portatile e ascoltando le voci confuse che arrivano dal tubo catodico. Ad un certo punto però tutto si ferma e nella mente s'imprimono, come se fossero state stampate col fuoco, solo 4 parole ascoltate quasi per caso: "Marco Simoncelli è morto". Tutto si ferma, tutto smette di avere rilevanza, anche i pensieri sulle primissime cose da fare in giornata. Ed ecco che spunta davanti agli occhi quell'immagine di un ragazzo con un cespuglio di capelli, pieno di vita e di entusiasmo e con i modi di fare dell'amico della porta accanto. "Non è possibile, ma chi "SuperSic???Morto??Non ci credo": una certezza che inizia a vacillare di fronte alle immagini, terribili, dell'incidente che lo ha coinvolto e lo ha lasciato lì sul tracciato di Sepang immobile, facendo presagire il peggio. Un casco che rotola sulla pista, la commozione di Rossi e Capirossi in un'atmosfera quasi surreale, di incredulità, per un ragazzo di 24 anni che è venuto a mancare proprio mentre inseguiva il suo sogno: una serie di immagini difficili da togliere dalla mente oggi, in questa giornata di dolore e silenzio. Si, silenzio,perchè oggi ci vorrebbe solo questo e bisognerebbe evitare di parlare a sproposito facendo riferimento al fatto che, chi pratica questi sport, va inevitabilmente incontro a certi episodi e quindi "purtroppo è così". Marco Simoncelli è stato molto più di un pilota campione del mondo della 250, molto più di una promessa del motociclismo italiano e mondiale. E' stato un ragazzo che ha semplicemente vissuto il suo sogno riuscendo a regalarci emozioni e alle volte anche sorrisi con quel dialetto emiliano, quei capelli cotonati e con quel fare da guascone. E oggi come non mai chi è capace di regalare emozioni merita rispetto in un mondo grigio e cinico come questo. Ciao Sic, riguardando le immagini di oggi continuo a sperare che tu ti rialzi e corra a riprendere la moto, ora potrai farlo anche senza casco..... Marco Beltrami

Il Bari si arrende alle Vespe: ma più della sconfitta pesa l'ingiustizia subita

Fonte: Go-Bari.it Bari - E'proprio il caso di abbandonare il diplomatico gergo del giornalismo calcistico che vorrebbe si parlasse di "sfortuna": in questo caso si devono chiamare le cose con il loro nome, ovvero "errore arbitrale". I biancorossi di Vincenzo Torrente sono stati sconfitti di misura per 1 a 0 dalla Juve Stabia di Braglia al termine di un match che farà molto discutere. Protagonista assoluto dell'incontro, più del match-winner Sau che, qualcuno nella scorsa estate aveva accostato ai biancorossi, il direttore di gara Merchiori. L'avvocato di Portamaggiore è stato probabilmente l'unico a vedere il fallo da rigore costato poi lo svantaggio ai biancorossi. Una situazione che le immagini hanno chiarito, contribuendo ad alimentare la rabbia dei tifosi ospiti: il terzino romano biancorosso Crescenzi aveva nell'occasione del penalty, al 41° del primo tempo colpito il pallone e non Sau; una dinamica completamente rovesciata dall'arbitro che ha fischiato il rigore nell'incredulità dei giocatori ospiti e non solo . Il gol poi ha inevitabilmente condizionato la partita, visto che poco dopo sono stati espulsi Torrente e il suo vice per proteste successive ad una nuovo episodio dubbio (in questo caso però le immagini hanno dato ragione all'arbitro perchè il presunto fallo di mano del difensore di casa era in realta un tocco di petto), contribuendo a riscaldare gli animi e a incidere in maniera decisiva su risultato e partita. Insomma una giornata da dimenticare per il Signor Merchiori che ancora una volta conferma le difficoltà della categoria arbitrale in questa Serie Bwin. Detto questo e sottolineato anche il fatto che un tale episodio ovviamente ha inciso sullo stato d'animo dei biancorossi, bisogna anche oggettivamente evidenziare che il Bari soprattutto nella ripresa ha tradito le aspettative e non poco. Chi si aspettava una rabbiosa reazione è rimasto molto deluso visto che nel secondo tempo, a parte una serie di punizioni da ottima posizione gestite malissimo, non si può segnalare nemmeno un 'occasione da gol per gli ospiti. Al contrario invece è apparso evidente il pessimo stato di forma di alcuni giocatori e ancora una volta la condizione fisica precaria, calata vistosamente alla distanza. Una manovra ancora poco fluida e farraginosa che gli innesti di De Paula e Bogliacino non hanno assolutamento contribuito a migliorare. I due pur avendo avuto solo pochi minuti a disposizione non hanno inciso, sbagliando molto. Non è stata una giornata positiva nemmeno per Borghese che spesso è andato in difficoltà con Erpen e Sau; al contrario bisogna sottolineare la grande generosità di Forestieri che pur non avendo trovato offensivamente lo spunto giusto (dopo un inizio convincente come Marotta), ha costantemente aiutato la difesa con raddoppi preziosi. Sontuoso primo tempo di Capitan Donati, calato un po' nella ripresa probabilmente anche per la rabbia per gli episodi sfavorevoli. Ora bisognerà ancora una volta analizzare al meglio questa sconfitta e trarne le migliori indicazioni possibili, anche perchè venerdì si ritorna già in campo al San Nicola contro il brillante Pescara di Zeman; una sfida importante che potrà verificare le reali ambizioni di classifica di questo Bari. Marco Beltrami

sabato 22 ottobre 2011

Juventus-Genoa 2-2, Matri non basta ai bianconeri che incassano un altro pareggio

enoaFonte: Calcio.fanpage.it Un pareggio che ha il sapore della sconfitta per i bianconeri, che in una Juventus Arena ancora una volta stracolma si son fatti rimontare per ben due volte dal Genoa di Malesani. Un risultato giusto per quanto si è visto in campo con i padroni di casa che pur non essendo riusciti a chiudere l'incontro quando si son trovati in vantaggio, hanno anche sofferto molto gli avversari che nel finale avrebbero potuto persino vincere. Non è bastata dunque la solita prestazione maiuscola di Pirlo e il cinismo di Matri abile a portare 2 volte avanti i suoi. I bianconeri hanno fatto un passo indietro rispetto alle ultime uscite soprattutto dal punto di vista del gioco e dell'iniziativa. Una volta subito il gol dell'1 a 1 da parte di Rossi, con la complicità di una difesa con un Chiellini irriconoscibile, i padroni di casa hanno incassato il colpo. Grifone più manovriero e ben messo in campo, almeno fino al raddoppio di Matri che sembrava aver definitivamente messo la partita in discesa per la Juve salvatasi dalla doppia traversa dell'ottimo Merkel. E invece nel finale è arrivato il pareggio di Caracciolo abile a sfruttare una dormita della difesa bianconera, tornata facilmente "bucabile" dopo l'inizio stagionale convincente. A fine gara dagli spalti del nuovo stadio bianconero è arrivato anche qualche fischio, a testimoniare un certo malumore da parte dei tifosi juventini. Ora bisognerà prepararsi bene per la nuova sfida casalinga contro la Fiorentina: in quell'occasione la Juventus non potrà assolutamente sbagliare. Il tabellino di JUVENTUS-GENOA 2-2 Juventus (4-2-4): Storari; Lichtsteiner, Bonucci, Barzagli, Chiellini; Pirlo, Marchisio; Pepe (90′ Del Piero), Matri, Vucinic (83′ Krasic), Estigarribia (67′ Pazienza). All.: Conte. Genoa (4-4-1-1): Frey; Mesto, Dainelli, Moretti, Antonelli; Rossi (82′ Jorquera), Seymour (72′ Kucka), Veloso, Merkel; Jankovic (62′ Caracciolo); Palacio. All.: Malesani. Arbitro: A. Romeo di Verona. Marcatori: 6′, 58′ Matri (J), 31′ Rossi (G), 85′ Caracciolo (G). Ammoniti: 4′ Seymour (G), 7′ Mesto (G), 29′ Palacio (G), 39′ Pirlo (J), 46′ Dainelli (G), 90+4′ Marchisio (J), 90+4′ Veloso (G). Marco Beltrami

Balotelli incendia la sua abitazione giocando con dei fuochi d'artificio

Fonte: Calcio.fanpage.it Mentre tutta l’Inghilterra calcistica e sportiva aspetta con ansia il derby di Manchester tra City e United, Mario Balotelli ancora una volta è riuscito a conquistare le prime pagine dei giornali per l’ennesima “perla” di un giocatore che fuori dal campo continua ad essere incontrollabile. Un peccato visto che il bomber rappresenta un vero e proprio talento del calcio italiano . SuperMario secondo quanto riferito dai tabloid nella notte tra venerdì e sabato ne avrebbe combinata un’altra delle sue. Mentre si trovava in casa l’attaccante del Manchester City è rimasto coinvolto in un misterioso incidente che ha necessitato del pronto intervento dei pompieri. Questi ultimi prontamente arrivati sul posto hanno spento le fiamme con Balo che nel frattempo si era messo in salvo uscendo dall’abitazione. Secondo le prime analisi dei vigili del fuoco, l’incendio potrebbe avere una causa davvero incredibile, ovvero la perdita del controllo di alcuni fuochi d’artificio che Balotelli stava provando in bagno. Come se non bastasse poi è intervenuta la polizia per impedire al centravanti di rientrare in casa nonostante l’incendio non fosse stato del tutto sedato. Un episodio a dir poco curioso per l’ex interista che alla vigilia del big match Manchester United-Manchester City potrebbe costare caro allo stesso giocatore, già ampiamente catechizzato da Mancini. Lo stesso Balotelli stamattina si è presentato come se nulla fosse agli allenamenti dopo aver trascorso l’intera notte in un albergo. Marco Beltrami

venerdì 21 ottobre 2011

Yoav Ziv espulso in Europa League per aver calciato la scarpetta contro il guardalinee (VIDEO)

Fonte: Calcio.fanpage.it Alle volte si pensa che nel calcio si sia già visto di tutto, eppure non così. Per rimanere ancora una volta stupiti, basta rivedere quanto accaduto in un match valido per la terza giornata di Europa League e in particolare nel match tra gli inglesi dello Stoke City e gli israeliani del Maccabi Tel-Aviv. Yoav Ziv calciatore ospite si è reso protagonista di un gesto che inevitabilmente ha scatenato suo malgrado l’ilarità dei tifosi. Al 55° minuto il giocatore del Maccabi dopo un contrasto con un avversario ha perso la scarpetta: lo stesso Ziv si aspettava il fischio arbitrale a suo favore. L’arbitro invece ha fatto proseguire l’azione, scatenando la rabbia del giocatore che a quel punto se l’è presa con il guardalinee vicinissimo all’accaduto. Con un preciso calcio Yoav Ziv ha calciato la scarpetta colpendo in pieno l’assistente dell’arbitro. Quest’ultimo ha subito avvertito il direttore di gara che ha immediatamente espulso il giocatore, che nel frattempo aveva provato a spiegare la sua involontarietà. Tentativi inutili visto che il calciatore si è dovuto accomodare prematuramente negli spogliatoi Una scena davvero inconsueta che oggi sta facendo il giro del web scatenando l’ilarità e i commenti degli appassionati di calcio e non solo. Marco Beltrami

Zurigo-Lazio 1-1, biancocelesti ancora a secco di vittorie in Europa League

Fonte: Calcio.fanpage.it Niente da fare per la Lazio che ancora una volta non è riuscita a centrare il primo successo nella fase a gironi dell’Europa League 2012. I biancocelesti allo stadio Letzigrund di Zurigo non sono andati oltre l’1 a 1 nella terza giornata del gruppo D. Un risultato maturato grazie al botta e risposta avvenuto praticamente in un minuto tra Sculli e Nikci. Dopo le schermaglie iniziali infatti l’attaccante campano è stato abilissimo a sfruttare al 21° una palla vagante in area avversaria, battendo con freddezza e abilità il portiere avversario. Nemmeno il tempo di registrare il marcatore però e gli elvetici hanno agguantato il pareggio con Chikahoui che al limite ha servito proprio Nikci che con un bel tiro ha centrato il sette battendo l’incolpevole Marchetti. Nella ripresa, Reja ha provato a portare a casa l’intera posta in palio gettando nella mischia anche Rocchi. Un atteggiamento offensivo che però non ha portato a nulla di concreto e anzi ha quasi portato allo svantaggio biancoceleste : al 61° un rischiosissimo retropassaggio di Hernanes per poco non si trasformava in un assist decisivo per Alphonse che per fortuna a tu per tu con Marchetti ha sbagliato la misura. Grazie alla vittoria dello Sporting Lisbona (a quota 9) sul Vaslui, i biancocelesti restano ancora in corsa per il secondo posto nel Girone, ma ora bisognerà anche cominciare a vincere, visto checi sono ben 3 squadre, capitolini inclusi, a 2 punti e ogni match diventerà decisivo per l’accesso alla fase ad eliminazione. Il tabellino di ZURIGO-LAZIO 1-1 ZURIGO: Guatelli; Koch, Beda, Teixeira, Magnin; Nikci, Aegerter, Margairaz, Djuric (31’ st Rodriguez); Chikhaoui (18’ st Mehmedi), Alphonse (36’ st Drmic). A disp.: Leoni, Buff, Barmettler, Schonbacher. All. Fisher. LAZIO: Marchetti; Lulic, Dias, Diakite, Radu; Cana (1’ st Rocchi), Matuzalem, Gonzalez (28’ st Ledesma); Hernanes; Sculli, Cisse (35’ st Kozak). A disp.: Bizzarri, Biava, Konko, Zauri. All. Lopez (Reja squalificato). MARCATORI: 22’ pt Sculli (L), 23’ pt Nikci (Z). AMMONITI: Cana e Matuzalem (L). Marco Beltrami

giovedì 20 ottobre 2011

Udinese-Atletico Madrid, sfida al vertice nel Gruppo I di Europa League 2012

Fonte: Calcio.fanpage.it Una sfida intrigante che illumina il programma della terza giornata del Gruppo I dell’Europa League 2012. Allo stadio Friuli di Udine, si sfideranno a partire dalle 19 i padroni di casa dell’Udinese e l’Atletico Madrid entrambe capoliste del proprio raggruppamento a quota 4 punti. Un incontro che in caso di vittoria di una delle 2 formazioni potrebbe consentire alla squadra vincente di mettere una seria ipoteca sulla qualificazione. Il tecnico dei friulani Guidolin, dovrebbe secondo le inidscrezioni puntare su un mini turn-over con Totò Di Natale destinato a partire dalla panchina anche in seguito di qualche problemino alla gamba; sarà sostituito da Floro Flores. Il tecnico ospite Gregorio Manzano invece sembra intenzionato a puntare sulla migliore formazione possibile soprattutto per quanto riguarda il reparto offensivo con l’ex della Juventus Diego alle spalle di Reyes e Falcao. Un match che alla luce della tipologia di gioco di entrambe le formazioni si preannuncia altamente spettacolare. Le probabili formazioni: Udinese (3-5-1-1): Handanovic; Ekstrand, Danilo, Neuton; Basta, Badu, Pinzi, Doubai, Armero; Abdi; Floro Flores. A disposizione: Padelli, Benatia, Domizzi, Pereyra, Isla, Di Natale, Fabbrini. All. Guidolin. Squalificati: nessuno. Indisponibili: Barreto, Pasquale. Atletico Madrid (4-3-1-2): Courtois; Filipe, Godín, Domínguez, Juanfran; Assunçao, Mario, Gabi; Diego; Reyes, Falcao. A disposizione: Joel, Miranda, Perea, Tiago, Koke, Adrian, Pizzi. All. Manzano. Squalificati: nessuno. Indisponibili: Antonio López, Silvio, Salvio, Arda Turan, Asenjo. Marco Beltrami

mercoledì 19 ottobre 2011

Gaetano De Rosa: volevo finire la carriera a Bari, un dramma andar via

Fonte: Go-Bari.it Testa alta, sembianze di un attore hollywoodiano, e sicurezza da vendere: sembra ancora di vederlo uscire dall'area di rigore biancorossa palla al piede, Gaetano De Rosa da Dusseldorf, indimenticato leader della difesa del Bari dal 1997 al 2004. Libero vecchio stampo, il giocatore di origine napoletana per sette lunghissime e intensissime stagioni è stato il perno del reparto arretrato dei Galletti, distinguendosi per correttezza, carisma e anche per il vizietto del gol (12 in 212 presenze in biancorosso). Agli ordini di Fascetti, Sciannimanico, Perotti, Tardelli e Pillon, De Rosa è stato parte integrante di un Bari che ha navigato in quegli anni tra gioie e dolori: dalle stagioni in Serie A (1997/2000) a quelle in Serie B, fino all'annata della retrocessione (mai avvenuta per il ripescaggio in B a spese del Napoli) del 2003/2004. In una lunga intervista esclusiva concessa a Go-Bari.it l'ex difensore è tornato a parlare della sua esperienza barese, iniziando proprio dai ricordi relativi agli anni baresi:" "Ricordo tantissime cose, non era solo una scelta professionale, ma una scelta di vita: la meta e l'equilibrio, il compromesso tra lavoro, propria vita e senso civico: era un vestito fatto su misura, perchè era una città ancora in grande sviluppo e io mi sentivo a casa. Sono stato accolto molto bene. Ho vissuto 7 anni a Bari nonostante tante proposte allettanti, perché in quegli anni poi ho sempre avuto allenatori che hanno apprezzato il mio lavoro e nonostante tutto, Bari è stato il mio unico pensiero. Ecco perchè poi è stato un dramma dover sopportare la dura realtà di dover abbassare il capo e andar via, non da perdente perchè almeno personalmente, misuro gli obiettivi e il successo in un modo diverso, non in base al raggiungimento degli stessi. Ma sono andato via dopo 7 anni a malincuore perchè il mio sogno era di concludere la carriera a Bari". Proprio a proposito del suo addio De Rosa ha voluto spiegare i vari motivi che contribuirono alla dolorosa separazione dalle sponde biancorosse. Un'esperienza che avrebbe voluto proseguire nonostante anche episodi tutt'altro che positivi. "Ci sono varie motivazioni sulla mia cessione. Sicuramente c'erano anche dei motivi legati al fare cassa, ma nonostante non ci fossero più le premesse affinchè a Bari potessi lavorare con serenità volevo rimanere: Bari ha un grande cuore, ma tutti si ricordano gli episodi di quella stagione, che non hanno niente a che fare con il vero volto di Bari, ovvero l'agguato a Sibari durante il rientro da una trasferta a Messina (nel 2003 i giocatori del Bari furono vittima di un'aggressione a bordo del pullman che li riportava in Puglia, ndr) che mi ha ferito come uomo prima che giocatore. Perché quell'anno è stato a dir poco difficilissimo. L'ambiente era diventato ostile tra problemi societari, un'aria di disfatttismo, lo stadio veniva disertato, e c'erano intimidazioni da parte di qualche teppista (che ci sono in tutte le città). Una serie di situazioni che ci hanno impedito di lavorare serenamente e di trarre le conclusioni alla fine. Ma nonostante queste difficoltà, andarmene era l'ultima cosa al mondo che avrei voluto fare: la mia volontà era quella di rimanere a Bari anche facendo rinunce da qualsiasi punto di vista, perchè nonostante tutto, masochisticamente volevo restare. Ma per fare le cose poi, ci vuole la volontà di entrambe le parti, e la società ha anche altre situazioni che prescindono da me e abbiamo optato per un addio che è stato una violenza e una situazione forzata e non voluta". Impossibile in questi giorni frenetici per le tante notizie e indiscrezioni relative alla cessione della società biancorossa, non parlare del rapporto tra De Rosa e la dirigenza Matarrese. Il difensore ha voluto sottolineare quella che poi si è confermata come una perdita pesantissima per il Bari, ovvero quella del Direttore Sportivo Regalia. "C'era un normale rapporto di lavoro, tra Presidente e dipendente. Un rapporto comunque molto positivo umano, pulito. Anche se era chiaro che la Famiglia Matarrese avesse ampi contrasti sul proprio territorio che si ripercuotevano poi anche sulla squadra. Non c'è mai stato questo grande amore tra i Matarrese e la città. Ma non sempre spendere significa ottenere i risultati. La grande perdita di quegli anni fu quella relativa al Signor Regalia, che era una mosca bianca nel mondo del calcio: era lui la vera anima, era lui il pilastro che insieme a Vincenzo Matarrese portava avanti la situazione. Dopo il suo addio tutto è diventato più difficile". Tanti ricordi belli nel capoluogo pugliese per l'ex Capitano, in particolare un match tra Bari e Fiorentina nel quale si trovò al cospetto di Edmundo e Batistuta "Mi ricordo di un Bari-Fiorentina, quando ben figurai davanti ad Edmundo e Batistuta: non mi aspettavo di partire titolare, il Mister me lo disse alle due. E'stato un match importantissimo per me, nel quale ho dato il mio primo grande contributo, una consacrazione. Merito a mister Fascetti che aveva capito bene l'ambiente di Bari e anche quella fu una perdita notevole. In 7 anni a Bari non cancello nulla, nemmeno gli episodi negativi, perché anche in quelle occasioni ho avuto grande solidarietà dalla città che mi ha fatto sentire un grande calore e non posso permettere che una realtà come Bari possa essere oscurata da gente del genere. Sono stati 7 anni che vorrei rivivere in pieno". In conclusione Gaetano De Rosa è tornato sui motivi del suo ritiro, sulle cause che a 35 anni l'hanno spinto ad appendere le scarpette al chiodo. "Si fa demagogia quando si parla di calcio o di calciatori: il calcio riflette il volto della nostra società. Quello che succede ovunque si ripropone anche allo stadio e nel mondo del calcio. Ormai in nome degli interessi e di altre cose si sono persi valori e principi, che ci distinguevano da altre culture realtà e situazioni. Anche la settimana scorsa c'è stata polemica sul discorso di Cassano e del suo probabile addio prematuro perchè stressato. La gente ha fatto molta demagogia,perché ha detto "come può un giocatore che guadagna tanto, permettersi di dire che è stressato". Bisogna smetterla di dire che chi guadagna del denaro non possa avere problemi o non possa essere un ragazzo con tutte le conseguenze e problematiche di chi è adolescente o giovane. Il fattore guadagno non esula dal non avere i probelmi di una persona normale. Ci sono problemi legati a tanti altri aspetti a prescindere da quanto guadagni. Non si può pensare che chi ha soldi non ha problemi. Indubbiamente la categoria dei calciatori resta di grande privilegio e questo è fuori discussione, rispetto a gente che convive con la miseria soprattutto in questo periodo di crisi economica, e per questa gente ci vuole grande rispetto. Ma l'etichetta per i calciatori non va bene, ci sono tanti lavori in cui si guadagna tantissimo, e il guadagno non può diventare un senso di colpa anche perchè è il mercato che stabilisce quanto un giocatore possa guadagnare. Chi fa il calciatore, lo avrebbe fatto anche guadagnando pochissimo, perchè quella è la sua vita e per lui è tutto è un sogno che si rincorre". Marco Beltrami

Del Piero potrebbe lasciare la Juventus, per Totti questa è un'ipotesi dolorosa

Fonte: Calcio.fanpage.it La verità è stata brutalmente e inaspettatamente consegnata al popolo bianconero, e probabilmente al diretto interessato: quello prossimo sarà l’ultimo anno di Del Piero alla Juventus. Parole sibilline quelle pronunciate dal Presidente bianconero Andrea Agnelli durante l’assemblea degli azionisti. Una dato di fatto che probabilmente si conosceva già, ma al quale nessuno compreso lo stesso Pinturicchio voleva pensare, almeno per ora: il calcio è imprevedibile, e magari nel corso della stagione ci sarebbero potuti essere dei ripensamenti. E invece il patron bianconero ha spiazzato tutti, mettendo quasi nero su bianco almeno a livello verbale. La notizia non ha potuto non provocare un immediato polverone di reazioni anche tra gli stessi addetti ai lavori che hanno espresso il loro parere sulla vicenda. Tra questi spicca quello del Capitano della Roma Francesco Totti, altra monumentale colonna storica del calcio italiano. AI microfoni dell’Ansa il giallorosso ha voluto testimoniare tutto il suo affetto per l’ex compagno di Nazionale dichiarando: "La felicita' professionale e personale di Alessandro viene prima di ogni cosa. Ma affrontare la Juventus senza Del Piero non sara' mai la stessa cosa. Circa 20 anni di sfide sportive sono tante, ognuno di noi le ha vissute sempre e solo con la stessa maglia". Parole d’affetto che sicuramente non possono ripagare i tifosi di quella che si prepara ad essere la perdita più grave dell’ultima era bianconera, pronta a salutare un pezzo di storia juventina. Marco Beltrami

martedì 18 ottobre 2011

Kaladze squalificato per 4 giornate attacca: al Milan non sarebbe successo

Fonte: Calcio.fanpage.it Il Genoa sarà costretto a rinunciare al difensore georgiano Kakha Kaladze per le prossime 4 giornate di campionato. Un verdetto severissimo, quello del giudice sportivo che ha punito con 4 turni di squalifica l’espulsione guadagnata dal giocatore in Genoa-Lecce 0 a 0. Una vera e propria tegola per il centrale espulso per aver offeso il direttore di gara Gava. Lo stesso ex milanista ha così commentato l’episodio attraverso le colonne del Secolo XIX: "Posso solamente dire che c'è stato un grosso equivoco tra me e l'arbitro. Io e il Genoa stiamo soffrendo un danno troppo grave per quanto è accaduto" . Prima di uscire dal terreno di gioco però lo stesso Kaladze avrebbe lanciato un’accusa velata ma non troppo nei confronti dell’arbitro dichiarando: "Se stavo ancora al Milan non mi avresti espulso...". Una frase che non può non far riferimento al consueto discorso della presunta sudditanza psicologica del mondo arbitrale nei confronti dei club blasonati. Nel frattempo però il dato di fatto è solo uno, ovvero la lunga assenza che dovrà scontare il georgiano a seguito della sua prematura uscita dal campo. Una squalifica pesantissima che gli impedirà di scendere in campo in 4 partite a dir poco suggestive e pesantissime anche per capire le reali ambizioni di questo Genoa, contro Juventus, Roma, Fiorentina ed Inter. Brutte notizie dunque per il tecnico dei rossoblu Malesani che dovrà fare a meno del suo perno difensivo: una falla che si farà sentire e non poco nel capoluogo ligure Marco Beltrami

Lutto per Krasic, il giocatore della Juventus perde lo zio in un tragico incidente

Fonte: Calcio.fanpage.it Una vera e propria tragedia familiare che ha potrebbe aver pesantemente condizionato la prestazione sfoderata da Milos Krasic in Chievo-Juventus 0-0. Sabato mattina nel Kosovo del Nord, il padre e lo zio del giocatore serbo sono rimasti coinvolti in un terribile incidente, nel quale il secondo è rimasto ucciso, mentre il primo ha riportato lievi ferite per sua fortuna. Un vero e proprio tragico scherzo del destino per la famiglia Krasic sconvolta per l’accaduto. Secondo quanto riportato dal sito Pressonline, l’incidente è avvenuto a Kosovska Mitrovica. Il papà del cursore bianconero stava tornando a casa dal lavoro a bordo della sua Peugeot 307, e si è scontrato frontalmente con la vettura guidata da Vucina Jaksic. Un impatto devastante che purtroppo non ha lasciato scampo allo zio del calciatore della Juventus, deceduto in seguito alle ferite riportate nonostante gli eroici tentativi dell’altro parente coinvolto siano risultati vani. Mentre il padre di Krasic è ancora ricoverato, come riportato da Tuttojuve.com, proprio ieri si sono già svolti i funerali dello zio dell’ala serba. Ecco probabilmente spiegato il motivo dell’opaca prestazione della “furia serba” nel match di domenica. Un momento davvero terribile per il giocatore che dopo aver iniziato in maniera non brillante il campionato di Serie A dovrà dimostrare ora di superare anche questo vero e proprio trauma che i tifosi bianconeri sperano non influisca ulteriormente sullo stato fisico e psicologico del giocatore, al quale ora si stringono vicino. Marco Beltrami

lunedì 17 ottobre 2011

Lite tra Lotito e Massimo Mauro nel post partita di Lazio-Roma 2-1

Fonte: Calcio.fanpage.it Nemmeno il tempo di festeggiare la vittoria nel derby e Claudio Lotito, Presidente della Lazio, non ha perso tempo per avere un colorito faccia a faccia mediatico con Massimo Mauro. Al termine della classicissima capitolina il pirotecnico patron biancoceleste, davanti alle telecamere di Sky ha avuto un’accesa discussione con l’opinionista. L’ex calciatore, noncurante della gioia di Lotito per il successo ottenuto in Lazio-Roma 2-1, lo ha punzecchiato a proposito della questione Totti: ovvero sul fatto che Lotito ha risposto alle battute di Totti su Reja a vittoria acquisita, indice secondo Mauro di scarsa sportività. Il numero 1 bianconceleste ha risposto da par suo dichiarando: "Mauro, io e lei parliamo due linguaggi differenti". Un’affermazione che ha provocato l’ulteriore affondo dell’opinionista Sky che ha ribattuto: “Io voglio parlare di calcio con i giocatori e l'allenatore, con lei non so di cosa parlare. Ha comprato una squadra di calcio perchè è ricco, ma non capisce nulla di calcio". Ancora una volta dunque Massimo Mauro si è reso protagonista di un acceso contrasto televisivo. In questa occasione però non ha trovato terreno facile, visto che Lotito non è un personaggio remissivo e infatti il Presidente biancoceleste ha concluso dicendo: "Non possiamo parlare perchè siamo su livelli culturali diversi". Insomma a pochi minuti dal derby il laziale Lotito è stato impegnato in un altro confronto durissimo, che sicuramente avrà un seguito. Marco Beltrami

Il video dell'infortunio di Ujkani: il portiere perde 4 denti per lo scontro con Morganella

Fonte: Calcio.fanpage.it Un impatto terrificante, costato carissimo al portierone del Novara Samir Ujkani: durante il match contro il Bologna l’estremo difensore kosovaro naturalizzato albanese si è scontrato con il proprio compagno di squadra Morganella riportando un trauma contusivo che l’ha costretto all’immediato ricovero in ospedale. Il numero 1 si è procurato addirittura la rottura della mandibola, del setto nasale e di quattro denti. Come riportato da Eurosport, Ujkani è stato immediatamente sottoposto ad intervento chirurgico per la ricostruzione nel reparto maxillofaciale. I tempi di recupero per lo sfortunatissimo giocatore sono quantificabili intorno ai 2 mesi. Sicuramente ci vorrà anche un recupero “psicologico” del portiere della Nazionale albanese scioccato per la violenza dello scontro. Il tutto è avvenuto al 41° del primo tempo, quando nel tentativo di anticipare l’attaccante del Bologna Marco Di Vaio, il portiere del Novara saltando è stato colpito dal proprio difensore Morganella non accortosi dell’uscita del compagno di squadra. Oltre al risultato del match Novara-Bologna 0-2 dunque pessime notizie per Tesser che perde il suo portiere per un lungo periodo. Una tegola non indifferente visto l’ottimo rendimento dell’estremo difensore. Una domenica di Serie A maledetta per gli azzurri che hanno perso, sempre per una botta rimediata al capo, anche Alex Pinardi, costretto ad uscire anch’egli dopo un violento scontro con l’evversario Konè. Insomma il Novara deve fare i conti per salvarsi anche con la sfortuna.

domenica 16 ottobre 2011

Chievo-Juventus 0-0, le speranze bianconere s'infrangono sul palo

Fonte: Calcio.fanpage.it La Juventus non è riuscita ad andare oltre il pari su uno dei campi più ostici della Serie A: la squadra di Conte ha impattato per 0 a 0 contro un Chievo roccioso, ben messo in campo e che ha badato più a non prenderle che a provare a sfruttare il fattore campo. Una partita noiosa con le uniche 2 occasioni da gol costruite dagli ospiti nella ripresa. Infatti dopo un primo tempo soporifero nel quale i due portieri non sono praticamente mai stati impegnati, ci hanno pensato prima Marchisio e poi Del Piero a mettere i brividi ai tifosi di casa. Il centrocampista piemontese ha sfiorato il gol con un tiro da fuori che si è spento a lato di pochissimo: un'occasione che ha svegliato gli ospiti che subito dopo hanno sicuramente avuto la possibilità più nitida per portare a casa i 3 punti. Capitan Del Piero, subentrato proprio a Marchisio tutto solo in area con un colpo di testa su perfetto cross di Pepe ha colpito un clamoroso palo. Lo stesso Del Piero si è reso protagonista nel finale di un bel salvataggio nella propria area di rigore. Due lampi che hanno fatto da preludio alle schermaglie finali che comunque non hanno portato ad un nulla di fatto. Chievo-Juventus 0 a 0, dunque per un risultato più che positivo per la formazione clivense e che invece ha il sapore dell'occasione sfumata per i bianconeri che anche alla luce delle altre partite avrebbero potuto conquistare il primato solitario in Serie A. Marco Beltrami

Chievo-Juventus, i bianconeri in terra veneta per continuare a volare

Fonte: Calcio.fanpage.it Un match dal peso specifico da non sottovalutare quello tra Chievo e Juventus: i bianconeri reduci dall’esaltante vittoria contro il Milan dovranno dare continuità ai propri risultati positivi su di un terreno di gioco storicamente ostico e contro una formazione ottimamente messa in campo. Tante le scelte in bilico per i 2 allenatori che vogliono sicuramente schierare la migliore formazione possibile. In casa bianconera Antonio Conte dovrebbe tornare al 4-4-2, con Del Piero che potrebbe ritrovare fnalmente un posto da titolare al fianco di Vucinic. Matri dunque dovrebbe partire dalla panchina. Sulle fasce fiducia alla coppia Pepe-Krasic con Giaccherini pronto a subentrare a partita in corso, così come Vidal che potrebbe rinfoltire il reparto centrale del campo formato da Marchisio e Pirlo Per la difesa Chiellini potrebbe essere schierato nuovamente in corsia lasciando al centro la coppia Bonucci-Barzagli. Un'occasione imperdibile dopo Napoli-Parma 1-2 e Catania-Inter 2-1. Tanti i dubbi da sciogliere per Mimmo Di Carlo: in difesa Jokic e Cesar si giocano il posto con Mandelli e Dramè, con Moreno e Sardo che dovrebbero essere certi del loro impiego da titolari. Centrocampo confermato rispetto alle ultime uscite in Serie A, mentre nel reparto offensivo ballottaggio tra Thereau e Moscardelli per far coppia con Pellissier. Barzagli e Pellissier nel match della scorsa stagione Le probabili formazioni: Chievo (4-3-1-2): Sorrentino; Sardo, Morero, Cesar, Jokic; Vacek, L.Rigoni, Hetemaj; Sammarco; Pellissier, Moscardelli. All.: Di Carlo A disp.: Puggioni, Andreolli, N.Frey, Bradley, Cruzado, Thereau, Paloschi. Juventus (4-2-4): Buffon; Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Chiellini; Pirlo, Marchisio; Krasic, Del Piero, Vucinic, Pepe. All.: Conte. A disp.: Storari, Grosso, De Ceglie, Giaccherini, Vidal, Matri, Quagliarella Marco Beltrami

Decima giornata di Serie B: il Torino vola, la Samp esulta all'ultimo respiro

Fonte: Calcio.fanpage.it La Serie B si tinge di sempre più di granata dopo la 10° giornata. In attesa del posticipo di lunedì sera tra Brescia e Pescara, il Torino di Ventura fa letteralmente il vuoto portando a 6 i punti di vantaggio in classifica sulle inseguitrici. Dopo il risultato a sorpresa dell’anticipo Varese-Padova 3-0, la squadra piemontese ha superato la Juve Stabia per 1 a 0 grazie ad una rete del solito Rolando Bianchi. Il bomber a 10 minuti dal termine ha segnato il gol vittoria castigando la squadra campana ottimamente messa in campo. Un risultato che ha permesso alla formazione di casa di ricordare nel migliore dei modi le vittime dell’incidente del pullman del Torino della scorsa settimana. Giornata positiva anche per il Sassuolo che grazie ad una rete di Laribi, entrato nella ripresa, ha regolato l’Albinoleffe. Un risultato che ha permesso ai neroverdi di raggiungere il Padova sul secondo gradino del podio. Un’accoppiata che precede la Sampdoria corsara ad Ascoli. La squadra di Atzori è riuscita con un’incredibile rimonta a ribaltare lo svantaggio iniziale firmato da un’autorete di Costa. Prima Piovaccari e poi l’ex Pasquale Foggia nel quarto minuto di recupero hanno permesso alla Samp di portarsi a soli 3 punti dal secondo posto. I blucerchiati però non sono l’unica squadra a quota 17: infatti, la coppia del sud Bari e Reggina grazie a due belle vittorie hanno raggiunto anch’esse il terzo scalino. I pugliesi grazie ad una gemma di Forestieri hanno battuto il deludente Empoli di Tavano. I calabresi dopo il successo infrasettimanale ottenuto proprio a spese del Bari, hanno espugnato Livorno grazie alle reti di Ceravolo e Ragusa. Intera posta in palio anche per il Crotone che ha sfruttato alla perfezione il fattore campo per battere un ostico dubbio. Prima Gabionetta e poi Djuric, dopo il momentaneo pareggio di Ciofani hanno permesso ai calabresi di tornare al successo. Successo ottenuto anche dal Cittadella che con un secco 2 a 0 ha sbrigato la pratica Grosseto grazie a Maah e Di Nardo. Pareggio per 1 a 1 tra Nocerina e Modena: un risultato che accontenta entrambe le squadre. I risultati della 10a giornata: Varese-Padova 3-0 (giocata ieri) Ascoli-Sampdoria 1-2 - Costa (a), Piovaccari, Foggia Bari-Empoli 1-0 - Forestieri Cittadella-Grosseto 2-0 - Di Nardo, Maah Crotone-Gubbio 2-1 - Gabionetta rig., Ciofani, Djuric Livorno-Reggina 0-2 - Ceravolo, Ragusa Nocerina-Modena 1-1 - Castaldo rig., Stanco Sassuolo-Albinoleffe 1-0 - Laribi Torino-Juve Stabia 1-0 - Bianchi Vicenza-Verona 2-1 - Augustyn, Hallfredsson, Abbruscato Brescia-Pescara (posticipo lunedì sera ore 20.45) Classifica Serie B dopo la decima giornata: Torino 26; Padova 20; Sassuolo 20; Sampdoria 17; Reggina 17; Bari 17; Brescia 16*; Pescara 16*; Livorno 15; Varese 15; Grosseto 14; Cittadella 13; Verona 12; Albinoleffe 10; Nocerina 9; Crotone 9; Juve Stabia 7; Empoli 7; Vicenza 7; Modena 7; Gubbio 7; Ascoli 2 *Una partita in meno

sabato 15 ottobre 2011

Il Bari traghettato da Forestieri, continua a veleggiare nella tempesta societaria

Fonte: Go-Bari.it Bari - L'abbraccio a fine gara tra i giocatori del Bari, merita la copertina di questo Bari-Empoli 1 a 0. Un successo ottenuto grazie ad uno splendido gol al 38° del primo tempo di Forestieri, che ha impreziosito una prestazione complessivamente generosa e volenterosa degli uomini di Torrente. Non si potrà parlare certo di bel gioco e di manovra orchestrata in maniera impeccabile, ma questa squadra sta mettendo in campo tutto quello che può, ovvero grinta, corsa e voglia di portare a casa il massimo risultato. E alla fine quello che più conta è uscire dal campo del San Nicola (una menzione particolare per il pessimo terreno di gioco dello Stadio pugliese che è a dir poco un pericolo costante per i calciatori) con in tasca altri 3 punti; punti che in periodi di magra, potranno tornare utilissimi. Una squadra che pur non brillando riesce ad ottenere la massima posta in palio fa sempre presagire ottimismo per il futuro. Tra l'altro un dato di fatto in questa prima fase stagionale va sottolineato: il Bari è una squadra che comunque non permette agli avversari di esprimersi al meglio. Una constatazione che la dice lunga sull'atteggiamento dei pugliesi in campo. E pensare che il match contro l'Empoli sembrava partito malissimo per i biancorossi che dopo soli pochi secondi, hanno rischiato di trovarsi in inferiorità numerica visto che Dos Santos ha bloccato Valdifiori lanciato verso la porta biancorossa. Solo cartellino giallo per il difensore, e pericolo scampato per il Bari protagonista di un inizio letteralmente shock. A poco a poco però, anche con coraggio, l'undici di Torrente ha rialzato la testa trascinato da un ottimo Crescenzi, e dai guizzi di Forestieri e Rivas che hanno colmato il vuoto di un centrocampo che nonostante la buona prestazione di Donati ha subito troppo la non positiva partita di De Falco. Il gol-gioiello di Forestieri ha poi permesso ai biancorossi di giocare con maggiore ordine concedendo pochissime occasioni agli ospiti che si sono affidati a Ciccio Tavano spesso scontratosi contro il muro difensivo costituito da Borghese e Dos Santos. Pochi pericoli per i padroni di casa, ma anche troppe ripartenze gestite malissimo: un aspetto che continua a riproporsi per i pugliesi e sul quale Mister Torrente dovrà lavorare. Bisognerà essere più cinici per evitare di mettere "in ghiaccio" il risultato. La classifica di Serie B ancora una volta parla chiaro: 17 punti e 3° posto in classifica a pari punti con Sampdoria (squadra programmata per vincere), e Reggina, alle spalle di Padova e Sassuolo a quota 20 e della capolista Torino (26 lunghezze). Insomma dopo 10 giornate a questi ragazzi non si può rimproverare praticamente nulla: la barca biancorossa nonostante la tempesta societaria e la forte "concorrenza" continua a navigare tenendo la sua rotta nella speranza di trovare il miglior porto possibile. Marco Beltrami

venerdì 14 ottobre 2011

Calciomercato Milan, su Tevez ci sono anche i rossoneri

Fonte: Calcio.fanpage.it Il suo nome continua a rimbalzare da una parte all’altra dell’Europa calcistica: Carlitos Tevez sarà il pezzo pregiato del prossimo calciomercato. Dopo la sua, praticamente definitiva, rottura con il Manchester City e con Mancini, l’attaccante argentino è prossimo al trasferimento in un’altra big del calcio europeo. Ovviamente nella corsa per accaparrarsi il giocatore sudamericano non potevano astenersi dal partecipare anche i club italiani. In primis Juventus e Milan: le due società si sono subito mosse nel tentativo di mettere le mani su uno degli attaccanti più forti al mondo. Nelle ultime però i rossoneri sembrano essere passati in pole position: il team di Allegri in questa prima parte della stagione è stata flagellata dagli infortuni soprattutto per quanto concerne il reparto offensivo. Ecco allora che un bomber come Tevez potrebbe sicuramente fare molto comodo alla formazione rossonera. Nel frattempo il calciatore è stato multato dalla società con la cifra di 1 milione di sterline, e 4 settimane di sospensione. Il grande mediatore dell’operazione potrebbe essere Mino Raiola, che potrebbe fare l’intermediatore tra le due società come già accaduto nel caso di Balotelli. Proprio il focoso procuratore ai microfoni del Corriere dello Sport, ha voluto lanciare un messaggio alla dirigenza del City affermando: “Se Tevez dovesse essere ceduto, il City sicuramente prenderebbe un altro grande attaccante...Tevez in Serie A? Può arrivare in Italia solo con l’aiuto del Manchester City o a parametro zero. Se non ci fossero una riduzione del suo “cartellino” e del suo ingaggio, non c’è una sola squadra italiana che se lo può permettere”. Marco Beltrami

giovedì 13 ottobre 2011

Rooney squalificato per 3 giornate, salterà la prima parte di Euro 2012 con l'Inghilterra

Fonte: Calcio.fanpage.it Nemmeno il tempo di festeggiare la qualificazione alla fase finale di Euro 2012, è già è arrivata una pesantissima stangata per Fabio Capello, Commissario Tecnico dell’Inghilterra. La commissione disciplinare dell’Uefa ha deciso di squalificare Wayne Rooney per 3 giornate. Una vera e propria mazzata per il giocatore più rappresentativo della Nazionale dei 3 leoni. Rooney paga in maniera durissima la sciocchezza commessa durante la gara del 7 ottobre disputata contro la Bosnia. Il bomber del Manchester United colpì con un calcione alle spalle un giocatore avversario guadagnandosi un sacrosanto cartellino rosso. Già Capello era stato durissimo con il suo giocatore, forse innervosito dal recente arresto del padre per una vicenda legata alle scommesse. Un giudizio leggero rispetto a quello della stampa inglese che aveva definito Rooney addirittura un idiota. Ora in seguito a questo verdetto la Nazionale inglese dovrà fare a meno del suo giocatore più rappresentativo per 3 partite e dunque praticamente per tutto il primo turno . Ora in terra d’oltremanica si è scatenato il dibattito: converrà comunque convocare Rooney nonostante la sua assenza certa in tutta la parte iniziale, oppure si potrebbe “portare” un’alternativa. Un’idea che suona anche come un provvedimento punitivo nei confronti del talentuoso giocatore. L’impressione è che nonostante tutto Capello non si priverà assolutamente di colui il quale sarebbe dovuto essere il trascinatore della squadra inglese. Marco Beltrami

Bari, Bogliacino: non sono quello che avete visto finora

Fonte: Go-Bari.it Bari - In questa fase iniziale del campionato ha rappresentato un vero e proprio oggetto misterioso in casa biancorossa: Mariano Bogliacino, vero grande colpo del mercato estivo dei pugliesi, è apparso praticamente sempre, in ogni uscita, la brutta copia del giocatore che ha fatto faville con la maglia del Napoli e anche del Chievo. Una situazione probabilmente dovuta ad un evidente ritardo di condizione dell'uruguaiano che in conferenza stampa si è detto consapevole del suo rendimento e pronto, comunque, a stupire tutti: "Fino ad ora, si è visto il 60% di quello che posso dare - si legge sul sito ufficiale del Bari - di questo ne sono consapevole anche io. Sto lavorando tanto perchè questo momento negativo passi il prima possibile. Scherzando, mia moglie mi dice, ora arriva novembre, dicembre, e tu cominci a giocare bene....". Tutti in attesa dunque della "scintilla" che possa accendere il forte centrocampista che potrebbe rivelarsi l'asso nella manica di Torrente in questo difficile campionato: "Devo solo ritrovare la fiducia in mè stesso perchè quella dei miei compagni e del mio allenatore ce l'ho". Nel frattempo il Bari si sta preparando al meglio per ospitare l'Empoli, e riprendere il cammino positivo bruscamente interrottosi a Reggio Calabria nel match conto la Reggina. "Quel ko ci ha tagliato un pò le gambe ma dobbiamo subito ripartire, già sabato contro l'Empoli. Peccato anche perchè dopo il primo gol avevamo reagito bene riuscendo anche a pareggiare con un bel gol di Marotta. Senza dubbio la gara l'abbiamo persa dopo il 2-1 tra l'altro nato da un mio errore. Una caduta che voglio rivedere per rendermi conto bene, di cosa sia successo. In conclusione il mediano sudamericano ha espresso tutta la sua incertezza a proposito della sua partenza da titolare nella sfida contro i toscani: "Se giocherò contro l'Empoli? Questo lo deve decidere il mister, io so solo che voglio dimostrare che non sono quello che tutti avete visto fino ad ora". Marco Beltrami

mercoledì 12 ottobre 2011

Zanetti contro Ibra: quando l’amore per il calcio conta più dei soldi

Javier Zanetti e Zlatan Ibrahimovic, due campioni indiscussi legati da un due caratteri opposti. Punto in comune tra i due l’aver indossato la stessa maglia. Il primo onorandola e rispettandola sempre, l’altro no. E già questa differenza la dice lunga sui due. C’è poi chi suda e bacia da 17 anni sempre la stessa maglia e chi invece si presenta affermando che l’avventura che sta per iniziare è sempre meglio di quelle passate. Nulla da dire sull’ impegno ma anche quì, volendo, si possono tracciare delle differenze. Nonostante entrambi in campo danno sempre il massimo, c’è chi lo fa per la squadra e chi per una soddisfazione personale. In questi giorni di astenuante attesa per la ripresa del campionato le loro dichiarazioni fanno più rumore delle qualificazioni europee. Anche qui i due soggetti mostrano di essere lontani anni luce: se il sornione Ibra dichiara di essere stufo del calcio, il mai domo Zanetti afferma di essere non essere stanco di macinare chilometri ancora per altri due anni e a firmare in bianco un contratto per il terzo. Un professionista che a dispetto della sua età anagrafica non ha ancora intenzione di fermarsi e di mostrare sia in campo che fuori una certa professionalità; così come il giorno del suo matrimonio: una seduta di allenamento prima di presentarsi all’altare. Ibra invece aveva dato segni di insofferenza già qualche settimana fa quando tornato in Svezia per curarsi, oltre alle cure, ha effettuato rigeneranti sedute di caccia all'alce, sport non proprio adatto a chi deve pensare prima di tutto a riposarsi più che a stressare il proprio fisico. Se questo non bastasse poi, una volta tornato in patria richiamato dalla nazionale, prima parla di noia e routine del proprio lavoro (una routine da 10 mln di euro l'anno aggiungo io) e poi, seppur squalificato e quindi incapace di scendere in campo per Svezia - Olanda, chiede al Milan di lasciarlo nella terra natia per lenire il suo stress. Problemi frutto di una sofferenza dalle parti di Milanello, o soltanto il classico 'mal di pancia' di inizio stagione? Chi lo sa, magari un contratto simile a quello di Samuel Eto'o, potrebbe risvegliare in lui la gioia di svegliarsi ogni mattina per compiere l'arduo mestiere di calciatore. Non è di certo facile fare due sedute di allenamenti al giorno, guadagnare milioni di euro e godersi la vita. E' un sacrificio che nessuno vorrebbe mai affrontare nella propria vita. Questo però a noi non è dato sapere, vista la bravura mediatica dei rossoneri a lavare i panni sporchi in famiglia. ARTICOLO DI: PEZZO DI: Giovanni Gagliardi, giornalista e appassionato di calcio, dotato di un particolare acume critico che gli permette di evidenziare gli aspetti meno scontati di tutto ciò che ruota intorno allo sport più bello del mondo.

Calciomercato Juventus, Giovinco tornerà in bianconero: parola di Marotta

Fonte: Calcio.fanpage.it A suon di prestazioni, ha conquistato meritatamente la copertina di questo scorcio iniziale di Serie A. Sebastian Giovinco dopo la splendida stagione scorsa continua ad incantare in quel di Parma, conquistando l’interesse di tutti i top club europei e non. All’indomani della partita Italia-Irlanda del Nord nella quale la Formica Atomica ha ben figurato, Beppe Marotta ha voluto mettere in chiaro quali saranno i piani della Juventus a proposito dello stesso Giovinco. Il Direttore Generale bianconero intercettato dai microfoni del Corriere dello Sport ha dichiato: “Quando un giocatore è in Nazionale, di conseguenza è un giocatore da Juventus. La nostra scelta di cederlo in comproprietà è da considerare provvisoria”. Buone notizie per i tifosi bianconeri che non hanno mai nascosto il loro apprezzamento per il talentuoso giocatore. Sicuramente però il più contento di tutti sarà Antonio Conte che da tantissimo tempo ha esternato la sua stima e interesse per lo stesso Giovinco che potrebbe integrarsi alla perfezione nei suoi schemi. Lo stesso Marotta ha concluso raccontando lo stato d’animo dello spogliatoio bianconero dopo la vittoria con il Milan, spendendo parole importanti anche per Krasic: "Questa vittoria ci ha lasciato felicità e consapevolezza di poter dire la nostra. Al centro di tutto c'è la Juventus, fatta da molte persone. Siamo tutti uniti verso un pensiero positivo. Siamo da scudetto? Sicuramente lotteremo, vogliamo vincere e lotteremo per vincere. Dobbiamo dare il massimo. Krasic in crisi? Normale che i giocatori abbiamo momenti positivi e momenti negativi. Krasic in questo momento non è nelle migliori condizioni, ma Conte lo aiuterà nelle sue lacune”. Marco Beltrami

Amantino Mancini rischia il carcere, l'ex centrocampista di Milan, Roma e Inter nei guai

Fonte: Calcio.fanpage.it Guai seri per Amantino Mancini il brasiliano ex centrocampista di Milan, Inter e Roma. Una condanna di 3 anni e 8 mesi di carcere per il trentunenne: è questa la pena chiesta con rito abbreviato dalla Procura al gup Laura Marchiondelli. Sul capo del sudamericano pende un’accusa gravissima, ovvero quella di aver violentato una modella sua connazionale nella notte fra l’8 e il 9 dicembre scorso a Milano. Oltre a questo Mancini deve rispondere anche di lesioni personali aggravate per le escoriazioni provocate alla ragazza nel presunto tentativo di violenza come riportato da Sportmediaset. Per l’accusa il brasiliano avrebbe abusato della vittima dopo averla incontrata durante una festa organizzata da Ronaldinho, approfittando dello stato di ubriachezza della ragazza. Come se non bastasse sono stati chiesti anche dieci mesi di reclusione per un secondo imputato Geraldo Eugenio Do Nascimento, accusato a sua volta di favoreggiamento. Secondo il Pubblico Ministero Ramondini l’uomo nei giorni successivi alla presunta violenza avrebbe tentato di convincere la ragazza a ritirare la denuncia, "prospettandole in alternativa la rovina della sua vita a opera dell'interessamento morboso della stampa", così si legge nel capo d’imputazione riportato sempre da SportMediaset. Ora cresce l’attesa per conoscere l’esito della triste vicenda che dovrebbe trovare conclusione il 28 novembre quando sarà emessa la sentenza e si conoscerà il verdetto su Mancini sul suo essere colpevole o innocente Marco Beltrami