mercoledì 2 marzo 2016

Inter-Juventus, e m'innamoro ancora del calcio



Partiamo dalla fine. La Juventus che esulta al Meazza. Prevedibile: il 3-0 dell’andata rappresentava quella che i telecronisti old style definirebbero come “una seria ipoteca” sulla qualificazione in finale di Coppa Italia. La festa bianconera però “nasconde” 120 minuti in cui il calcio si è palesato in tutta la sua bellezza e in tutta la sua crudeltà. 

E così un’Inter vittima sacrificale tira fuori quegli attributi che solo domenica sera sembravano inesistenti (secondo il ds Ausilio), e stende una Juve forse troppo sicura, versione “la gestiamo senza patemi”. 3-0 e inerzia del match in pugno. Il tempo scivola: veloce per l’Inter, lentissimo per una Juve che scopre di potersi trovare in difficoltà come forse mai in questa stagione. I fuochi d’artificio dei supplementari. 3-0 e inerzia del match in pugno. 

Chi l’avrebbe mai detto? Ecco i fantasmi, ecco che cambia tutto, ecco che il pensiero s’insinua tra tifosi e giocatori “hanno recuperato 3 gol, hanno il morale alto, contro chi sa di aver dilapidato un vantaggio enorme. Sarà finale!”. Dal dischetto però il copione cambia ancora. Ragazzi, è il calcio: bello quanto crudele, prevedibile quanto imprevedibile. Il finale lo conosciamo già. Ma stasera sia chi ha vinto che chi ha perso si è innamorato ancora una volta di quel folle pallone. 

Marco Beltrami

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