giovedì 21 marzo 2013

Pietro Mennea e l'orgoglio di essere italiani



Fonte: Go-Bari.it

Un'immagine da persona della porta accanto, un segno della croce non solo abbozzato, ma fatto con la
consapevolezza di chi chiede di essere accompagnato in una grande impresa e via. Eccolo Pietro Mennea, ai blocchi di
partenza a Mosca nel 1980: un uomo "normale", con un fisico atletico senza quei muscoloni che oggi abbondano sulle
piste di tutto il mondo, con una missione sola, quella di vincere e portare l'Italia sul tetto del mondo. Corre, Mennea
corre, e nel finale accelera, superando tutti, digrignando i denti come chi vuole vincere a tutti i costi. Mette tutti in fila
l'uomo di Barletta, alza le braccia al cielo con un'esultanza sobria come nel suo stile, sfilando sotto la sua gente con
quella bandiera italiana sugli spalti. Lo ricorderemo così, quasi increduli per la sua scomparsa che ha rovinato questo
avvio di primavera lasciandoci tutti a bocca aperta. Se ne è andato stamane a 61 anni uno degli atleti più grandi dello
sport italiano, un uomo capace di detenere per 16 anni il record mondiale sui 200 metri conquistato nel lontano 1979 a
Città del Messico. Fatale un male incurabile, contro cui Mennea ha lottato con la sua proverbiale riservatezza. La
"freccia del sud" non era solo un atleta, ma un simbolo. Un simbolo di quell'Italia che è sempre pronta a correre, a
vincere e a dare il massimo. La sua scomparsa paradossalmente ci ricorda quanto dobbiamo essere orgogliosi della
nostra nazione. Ultima impresa di una vera e propria bandiera azzurra

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