lunedì 17 settembre 2012

Ibrahimovic rivela: "Mourinho e Capello i miei maestri; Inzaghi? Un killer"



Fonte: Calcio.fanpage.it

Zlatan Ibrahimovic scalpita. Il fenomeno del Paris Saint Germain è pronto per lanciare l’ennesimo assalto alla Champions League della sua carriera. Alla vigilia della sfida contro la Dinamo Kiev, il centravanti svedese in una lunga intervista a l’Equipe ha svelato i suoi obiettivi stagionali tra cui ovviamente c’è anche la massima competizione calcistica europea, che l’ex rossonero non è mai riuscito a vincere. Ibra non ha perso l’occasione per fare riferimento agli allenatori che più hanno influito sulla sua formazione collaborando alla “crescita” del bomber, ovvero Fabio Capello e Josè Mourinho.

"Se sono un attaccante spietato, lo devo alle ore di allenamento fatte per mettermi in testa che segnare gol è la mia missione essenziale. Capello appartiene alla scuola tradizionale, mi diceva che non segnavo abbastanza e che per lui l'essenziale era fare gol, non giocare bene. Mourinho invece appartiene alla nuova generazione e ti chiede anche di giocare bene. Questa è l'unica differenza tra i due".

Sicuramente Ibra nelle ultime stagioni ha dimostrato di aver nettamente migliorato il proprio bottino in termini di gol, sulla scia di un suo illustre collega:

“Non credo di avere l'istinto del killer come attaccante. Anche se si può imparare. Filippo Inzaghi non è proprio un calciatore, però possiede un enorme istinto omicida davanti a una porta. E' la sua qualità"

Infine lo svedese ha sottolineato le priorità sue e del club transalpino, nella speranza di fare una grande stagione:

“Per noi è capitale vincere il campionato. Poi prendiamo le partite una alla volta in Champions, dove il Psg manca d'esperienza, anche se non vuol dire che non possiamo credere in noi stessi. Il fatto che non abbia vinto ancora una Champions League? anche uno come Ronaldo, 'O Fenomeno, non l'ha vinta e non penso si possa dire che sia un fallito. Se dovessi vincerla, sarà perché la mia squadra è stata la migliore, non perché Zlatan lo è stato"

Marco Beltrami

Nessun commento:

Posta un commento