sabato 19 gennaio 2013

Gianello: "Chiedo scusa a tutti, sono stato un ingenuo. Ho pensato al suicidio"



Fonte: Calcio.fanpage.it

L’annullamento della penalizzazione del Napoli e della squalifica a Cannavaro e Grava, ha fatto tirare un sospiro di sollievo a Matteo Gianello. L’ex portiere azzurro aveva coinvolto con le sue dichiarazioni i compagni nello scandalo del calcioscommesse, ma l’accusa di omessa denuncia per i difensori partenopei si è sciolta come neve al sole nelle sentenze della corte federale. In una lunga intervista concessa al Corriere dello Sport l’ex estremo difensore ha espresso tutta la sua soddisfazione per il proscioglimento dei suoi ex compagni:

“La sentenza della Corte mi ha tolto un peso enorme dalla coscienza, perché anch’io ho sofferto e tanto, anch’io ho provato dolore e tanto. Sapevo di aver messo a rischio la carriera di Cannavaro e Grava, ai quali voglio bene sempre, e di aver pregiudicato il cammino del Napoli, al quale mi legano stagioni indimenticabili”.

Gianello ha provato anche a chiarire la sua posizione autodefinendosi e provando a chiedere scusa a Cannavaro, Grava e al Napoli:

“Per prima cosa, eviterei di definirmi un traditore: io non ho tradito, mai, né Paolo, né Gianluca, né il Napoli. Se vuole, scriva pure: sono stato un ingenuo, un facilone o anche un coglione. Ma è stata la sciocchezza d’un momento, la prima e l’ultima della mia esistenza Chiedendo il perdono per averli trascinati in quell’inferno di cui hanno parlato. Ma chi ha fatto loro del male non è stato Matteo Gianello, che dopo sette ore e mezza in Procura, dove non ero mai stato, s’è lasciato andare. Il traditore è un altro, è un uomo che si spacciava per nostro amico. Io devo delle scuse, che ritengo un atto d’umiltà doveroso: spero che stiano meglio, che possano continuare a vivere serenamente. Io resto tra le fiamme”.

Il portiere, squalificato per 21 mesi ha vissuto momenti terribili pensando anche di farla finita:

“Sono entrato in depressione. Ho pensato al suicidio. L’ho accarezzato come soluzione e non ne ho avuto il coraggio. E quando m’è capitato di leggere che qualcuno s’era spinto a tanto, riuscivo a comprendere che la frontiera tra il farlo e il non farlo restava sottilissima. Io sono devastato, però dal 17 gennaio mi sento meno inutile. Le sensazioni che mi hanno spezzato in due, dal giorno della penalizzazione e dei sei mesi a Paolo e a Gianluca, restano ma si vanno attenuando: almeno il Napoli ha riavuto ciò che doveva e Cannavaro e Grava possono ricominciare

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