mercoledì 22 dicembre 2010

Pallone d'Oro africano, Eto'o sotto accusa: per la stampa spagnola si è comprato il premio


Fonte: Calcio.fanpage.it

Sicuramente la vittoria del quarto Pallone d’Oro africano della sua brillante carriera, ha suscitato anche una notevole invidia nei confronti di Samuel Eto’o.

Infatti, oggettivamente (nonostante un Mondiale un po’opaco, dovuto anche ad uno strano posizionamento in campo impostogli dal C. T. del Camerun Le Guen), l’attaccante nerazzurro alla luce dei successi ottenuti nella scorsa stagione impreziosita da una notevole continuità di rendimento, sembra aver strameritato il suddetto premio. Non la pensa di certo cosi la stampa spagnola che come riportato da “Tuttosport”, getta letteralmente fango sul giocatore con accuse pesantissime: stando alle parole degli iberici il buon Samuel si sarebbe comprato il consenso di Roger Milla (storica bandiera del calcio camerunense e sempre molto critico nei confronti del bomber) regalandogli 30mila euro più una lussuosa Porsche Cayenne (ricordiamo che già quando indossava la maglia blaugrana alcuni giornalisti spagnoli avevano definito Eto’o come il “cancro” della squadra).

Nel frattempo il giocatore guarda avanti e si coccola il riconoscimento: “Per me è un piacere vincere di nuovo questo premio ed essere per la quarta volta davanti a tutti - ha dichiarato l’attaccante dell’Inter -. L’Africa adesso ha molti buoni giocatori e ci sono talenti che stanno crescendo, quindi potrebbe essere l’ultima volta per me. Se sono il più forte di tutti i tempi? Non penso di esserlo. Lavoro sempre per migliorarmi, anche se a volte sembra impossibile. È un grande onore essere l’unico ad aver vinto quattro volte il Pallone d’oro africano. Ma c’è ancora molto da fare per diventare il più grande della storia. Drogba? Forse Didier avrebbe meritato questo premio quanto me. Per me è un onore riceverlo: il 2010 è stato un anno fantastico, chiuso in bellezza grazie a questo premio. Ora però ho un altro obiettivo: voglio che una squadra africana vinca il Mondiale. In Sud Africa abbiamo dimostrato che possiamo fare qualsiasi cosa, è il momento di dimostrarlo".

Marco Beltrami

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